Uno studio dell'università di Oxford mette a nudo la necessità di adattare le abitazioni nord-europee al riscaldamento climatico
OXFORD - La canicola si abbatte anche sulla Svizzera. E il peggio è alle porte. Secondo uno studio dell'Università di Oxford, la maggior parte delle abitazioni dell'Europa del nord non sono adeguatamente equipaggiate per far fronte al cambiamento climatico.
Quando le temperature medie saliranno al di sopra della soglia dei 1.5°C, le abitazioni nord-europee saranno confrontate a problemi seri. Essendo state costruite per trattenere il caldo nei mesi freddi, sono predisposte a generare un effetto "serra" al proprio interno.
Ciò comporterà un maggiore utilizzo di condizionatori e ventilatori, il che avrà un impatto negativo sul riscaldamento globale.
I Paesi maggiormente colpiti - Saranno i Paesi nord-europei a subire l'aumento più importante dei giorni in cui le temperature saliranno al di sopra della "soglia di confort" (così vengono nominati all'interno dello studio, ndr.). E saranno in particolare le abitazioni svizzere, britanniche e norvegesi a essere «pericolosamente impreparate» a far fronte al fenomeno.
La necessità di raffreddare gli spazi abitativi (in media, a un livello maggiore rispetto a regioni del mondo in cui le abitazioni non sono predisposte a trattenere calore), non farà altro che aumentare l'impatto dei gas a effetto serra.
Lo studio dell'Univertsità di Oxford - Si basa sul concetto di "giorni di raffreddamento": i giorni in cui le temperature saranno al di sopra della media e la popolazione farà uso di sistemi di raffreddamento.
Quando le temperature supereranno gli 1.5°C sarà l'Irlanda a essere in cima alla classica, con un aumento del 38% dei giorni in cui sarà necessario far fronte a temperature al di sopra della media tramite un qualsiasi sistema di raffreddamento.
La Svizzera e il Regno unito subiranno un incremento del 30% e la Norvegia, la Finlandia e la Svezia del 28%. Poi l'Austria con il 25% e il Canada, la Danimarca, e la Nuova Zelanda con il 24%.
Stando agli studiosi, inoltre, le stime sono riviste al ribasso. E non includono eventi climatici estremi, come le ondate di caldo.
Le necessità di adattamento - Secondo la dottoressa e autrice dello studio, Nicole Miranda, «I paesi dell'Europa del nord necessiteranno di un adattamento alla resilienza termica (...) più rapido rispetto ad altri Paesi».
Il fatto di prepararsi all'aumento generalizzato delle temperature è «un imperativo economico e di salute pubblica», aggiunge.
Anche per il dottore e autore dello studio Jesus Lizana adattare il modo in cui costruiamo le nostre case permetterà di combattere, indirettamente, il riscaldamento globale.
«I nostri edifici sono esclusivamente adattatati alle stagioni fredde», conclude.