Il Cremlino ha avvisato che proseguire le esportazioni senza la Russia comporterà dei «rischi». Una retorica che ormai conosciamo bene
MOSCA - O con noi o in nessun modo. La Russia alza di una tacca la sua retorica e dal ricatto passa alle minacce, avvisando dei «rischi» che comporterà ogni tentativo di proseguire nell'ambito dell'accordo del grano senza la partecipazione di Mosca.
Ad annunciarlo, come di consueto, è stato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, chiamato questa mattina a "rispondere" alla proposta di Kiev, che chiedeva alla Turchia - e alle Nazioni Unite - di proseguire l'esportazione dei cereali dalle coste ucraine; senza la Federazione Russa, che ieri ha congelato l'iniziativa del Mar Nero, giunta alla scadenza della proroga che era stata concessa due mesi fa.
Per Peskov la questione è semplice: il corridoio del grano interessato dall'intesa è nelle immediate vicinanze di una zona di guerra; detto altrimenti, «senza garanzie di sicurezza, sorgono dei rischi. E se si intende procedere senza la Russia, i rischi vanno messi in conto».
Minacce dure... o vuote?
Parole dure, sicuramente. Ma che sembrano sempre più figlie di un disco rotto, che suona la stessa melodia sin, almeno, dall'alba dell'invasione russa in Ucraina. Mosca ha di fatto sempre risposto a provocazioni, azioni e dichiarazioni affidandosi con regolarità al medesimo modus operandi: sfoderare la retorica più caustica e promettere rappresaglie. Interessante in quest'ottica è quanto osserva il dottor Orhan Dragas, esperto serbo di sicurezza e relazioni internazionali. In un'analisi pubblicata in questi giorni sulle colonne del Kyiv Post. Per ogni scossone, «il Cremlino ha risposto pescando dal suo quaderno delle minacce pronte, dicendo che avrebbe "risposto con decisione" e "monitorato con attenzione" gli sviluppi. In realtà, c'è stato un flusso costante di minacce vuote e contrattacchi per rispondere virtualmente a tutto ciò che è accaduto, e che ha apparentemente minacciato gli interessi di Mosca, negli ultimi 500 giorni di quella». Ma, prosegue l'esperto, finora nessuna delle affermazioni di Mosca si è tradotta in realtà. Ne si è avvicinata a farlo.