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GUERRA IN UCRAINAUna controffensiva al rallentatore?

08.08.23 - 09:00
I progressi sul campo sono lenti. Ma gli ucraini al fronte sono consapevoli che lo sforzo sarà «una maratona»: il punto
AFP
Una controffensiva al rallentatore?
I progressi sul campo sono lenti. Ma gli ucraini al fronte sono consapevoli che lo sforzo sarà «una maratona»: il punto

BAKHMUT - Il parallelo, in casi come questi, è sempre quello tra lo sprint e la maratona. E la controffensiva che l'Ucraina ha avviato da alcune settimane nell'est del Paese rientra, de facto, nella seconda categoria. I progressi sono lenti. Marginali. Ma ci sono. Lo notano gli analisti e ne sono consapevoli a Kiev, dove lo stesso presidente ucraino ha riconosciuto che le operazioni non stanno procedendo con il ritmo che ci si aspettava alla vigilia.

Sempre Zelensky - eravamo agli inizi di luglio e la controffensiva si era appena avviata - aveva in un certo senso già messo le mani avanti sulla velocità di crociera delle operazioni, scaricando qualche "responsabilità" dei ritardi accumulati sulla tabella di marcia anche sui sostenitori occidentali di Kiev, perché ogni ora in più costituiva un mattone in più nelle mani di Mosca per erigere le sue difese e frenare gli ucraini. Ora meglio armati e addestrati. «Abbiamo regalato al nemico il tempo e l'opportunità di piazzare molte più mine e di preparare le sue linee difensive», spiegò in quel frangente Zelensky alla CNN.

Come detto però, per quanto a rilento, le operazioni proseguono. Lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine - riferisce nel suo ultimo bollettino d'analisi l'Institute for the Study of War - ha confermato che ieri l'esercito di Kiev ha condotto operazioni offensive in direzione di Berdyansk e Melitopol. Mentre la regione a sud di Bakhmut, e più in generale l'est del Paese, restano l'epicentro dei combattimenti.

E anche sul campo di battaglia, la consapevolezza è quella di chi sa che sta correndo «una maratona». «In molti pensavano che sarebbe stato tutto veloce e che ora dell'autunno saremmo stati in Crimea», ma in realtà «ogni metro» è una sfida, ha raccontato agli inviati del New York Times un giovane comandate di battaglione della 37esima Brigata fanteria di marina. Tuttavia, anche con questa consapevolezza, il senso di dover agire rapidamente rimane parte del loro equipaggiamento. «Dobbiamo farlo in fretta». E parlando di dotazione, alcune difficoltà sul fronte ucraino sembrano essere legate anche all'inadeguatezza del sostegno ricevuto dall'Occidente per ossigenare il muscolo bellico di Kiev.

C'è chi punta il dito su quanto sia insufficiente una manciata di settimane di addestramento all'estero e chi invece fa notare che parte della dotazione ricevuta - in particolare alcuni blindati di fabbricazione americana, come i MaxxPro - sia più adeguata per essere impiegata in azioni di contro-guerriglia nei deserti del Medio Oriente che non in mezzo al verde ucraino.

Al netto di questo, anche al fronte gli ucraini mantengono un cauto ottimismo. «Credo che stia andando bene», per citare un ultima volta il suddetto comandante. Un ottimismo alimentato anche dalla garanzia - ratificata al termine del vertice NATO di Vilnius del mese scorso - di poter fare affidamento su un costante flusso di aiuti, militari e non, a tempo pressoché indeterminato.

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