Dopo il sisma di magnitudo 6.8 il Marocco ha approvato il sostegno di soli quattro paesi. Una scelta politica?
RABAT - Una corsa contro il tempo. Ogni ora è preziosa in Marocco dopo il sisma di magnitudo 6.8 che venerdì notte ho colpito il Paese nordafricano. I soccorritori continuano a scavare incessantemente, anche a mani nude, tra le macerie nella speranza di trovare ancora sopravvissuti. Soprattutto nelle zone montagnose dell’Atlante gli aiuti fanno fatica ad arrivare.
Soccorritori esausti - «I soccorritori stanno svolgendo un lavoro enorme ma ora, dopo tre giorni, sono esausti», ha spiegato ai microfoni della Bbc Hossam El Sharkawi, direttore regionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. «Abbiamo bisogno dell’aiuto internazionale». I primi aiuti sono già giunti nel Paese nordafricano. Madrid ha inviato 86 soccorritori con 8 cani cerca persona. Un importante sostegno è giunto anche dalla Gran Bretagna, dal Qatar e dagli Emirati Arabi.
E la Svizzera? Berna ha annunciato di avere pronta una squadra di otto esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario, ma che ancora attende una risposta da Rabat. Una situazione analoga che stanno affrontando anche altri Paesi. La Germania ha rimandato a casa oltre 50 soccorritori già pronti a lasciare l’aeroporto di Colonia per raggiungere le zone terremotate. La denuncia arriva anche dal presidente dell'organizzazione non governativa francese Secouristes sans frontières, Arnaud Fraisse. «Normalmente avremmo preso un aereo che decollava da Orly (nei pressi di Parigi) un minuto dopo il sisma. Purtroppo non abbiamo ancora l'accordo del governo marocchino».
La resistenza di Rabat - Diverse associazioni non possono intervenire o si sono viste negare l'accesso al Paese. «Purtroppo non abbiamo ancora avuto una risposta da parte del governo marocchino», ha spiegato a Franceinfo Arnaud Fraisse, presidente della Ong Secouristes sans frontières. «Non capiamo le ragioni dietro la resistenza di Rabat. Non c'è nessuna spiegazione per il momento: anche le squadre di sicurezza civile francesi non possono partire».
Una scelta politica oppure una strategia per meglio coordinare i soccorsi? Ancora non è chiaro e le opinioni si dividono. Diverse Ong hanno spiegato al quotidiano francese che il Marocco potrebbe anche scegliere di prendersi il tempo necessario per identificare i bisogni, in modo da consentire un buon coordinamento dei soccorsi ed evitare una certa confusione. Una scelta diversa rispetto a lanciare un appello generale e vedere centinaia di associazioni precipitarsi nel Paese. «La mancanza di coordinamento potrebbe essere controproducente», ha spiegato in una nota il ministero degli Interni marocchino.
Un bilancio che continua a salire - Una scelta che ha suscitato però non poche critiche all'interno del Paese, in un momento in cui il bilancio delle vittime continua a salire. Il nuovo rapporto reso noto dalle autorità marocchine parla di 2'122 morti e 2'421 feriti. In particolare - riporta il quotidiano economico marocchino in linea Medias24 - sono stati registrati 1'351 morti nella provincia di Al Haouz, 492 nella provincia di Taroudant, 201 in quella di Chichaoua e 17 nella prefettura di Marrakech.
La risposta di Parigi: «Nessuna lite, il Marocco decide da solo»
La ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, ha respinto stamattina - in un'intervista a BFM TV - qualsiasi tensione fra Rabat e Parigi, dopo che il Marocco non ha per ora accettato gli aiuti della Francia dopo il terremoto che ha colpito il Paese nella notte fra venerdì e sabato.
Colonna ha smentito l'esistenza di una «querelle» fra i due governi, una tesi emersa dopo che Rabat non ha accettato l'aiuto proposto dal presidente Emmanuel Macron sabato mattina e dopo che fra i due governi c'erano state - negli ultimi tempi - diverse tensioni. La ministra ha invitato a «rispettare» le decisioni del Marocco, che è «un Paese sovrano», che ha deciso di «dare la priorità all'arrivo degli aiuti, rivolgendosi ai Paesi disponibili caso per caso e non ricevendo aiuti che non corrisponderebbero alle sue necessità».
Colonna ha ribadito che la Francia «resta a disposizione» del regno di Mohammed VI, il sovrano con il quale Macron ha avuto «contatti a più riprese». Ieri sera il Marocco ha fatto sapere di accettare gli aiuti soltanto di 4 Paesi, fra i quali la Spagna e la Gran Bretagna, ringraziando tutti quelli che hanno proposto l'invio di soccorritori. Rabat ha precisato di aver accettato soltanto gli aiuti dei 4 paesi"dopo aver effettuato «una minuziosa valutazione dei bisogni sul campo e tenendo conto del fatto che una mancanza di coordinamento potrebbe essere controproducente».
La ministra degli Esteri francese ha comunque annunciato un aiuto di 5 milioni di euro per aiutare le Ong che sono attualmente «sul posto» in Marocco. Questo aiuto finanziario è stato sbloccato attraverso il fondo di riserva del ministero degli Esteri di Parigi affinché «le Ong sul posto possano lavorare» a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto, ha precisato Colonna, aggiungendo che molte Ong di diverse nazionalità sono già in Marocco «per aiutare la popolazione».
Secondo un bilancio provvisorio citato dalla Colonna, il terremoto di tre giorni fa ha causato 2'100 morti e oltre 2'400 feriti. Tra le Ong giunte nel Paese africano per contribuire ai soccorsi anche Medici Senza Frontiere. (fonte ats ans).