La risposta di Pechino alle dichiarazioni della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock.
PECHINO - La Cina ha attaccato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock per aver dato del «dittatore» al presidente Xi Jinping, definendo il commento del capo della diplomazia di Berlino «un'aperta provocazione politica, estremamente assurda».
Pechino è il principale partner commerciale tedesco, ma la Germania ha varato una nuova politica a luglio per contrastare una Cina più «assertiva» dopo mesi di dispute all'interno della coalizione di governo sulla sua strategia. Baerbock, che ha spinto per una linea più aggressiva verso la Cina, aveva espresso i suoi giudizi in un'intervista a Fox News il 14 settembre in una visita negli Usa.
Parlando della crisi in Ucraina, Baerbock aveva osservato durante l'intervista che «se Putin dovesse vincere questa guerra che segnale sarebbe per gli altri dittatori nel mondo, come Xi, come il presidente cinese? Quindi l'Ucraina deve vincere».
La Cina ha dichiarato di essere «fortemente insoddisfatta» e di aver presentato «solenni rimostranze alla parte tedesca attraverso i canali diplomatici», ha poi spiegato Mao. «I commenti sono estremamente assurdi e costituiscono una grave violazione della dignità politica della Cina e un'aperta provocazione politica», ha osservato ancora la portavoce.
La nuova politica di Berlino verso la Cina, emersa dopo un lungo e turbolento confronto, si muove su un sottile equilibrio tra le due diverse posizioni emerse nella coalizione: Pechino «è un partner, un concorrente e allo stesso tempo un rivale sistemico». Baerbock ha spinto per una linea più dura e per una maggiore intransigenza sui diritti umani, mentre il cancelliere Olaf Scholz ha sostenuto una posizione più attenta all'interscambio commerciale.