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ITALIAStrangolata e gettata in una fossa: «Ecco come le hanno scavato la tomba»

26.09.23 - 16:46
La ricostruzione dell’omicidio di Saman Abbas, 18enne pakistana di Noverella uccisa dalla sua famiglia per aver rifiutato le nozze combinate
Imago
Strangolata e gettata in una fossa: «Ecco come le hanno scavato la tomba»
La ricostruzione dell’omicidio di Saman Abbas, 18enne pakistana di Noverella uccisa dalla sua famiglia per aver rifiutato le nozze combinate

NOVERALLA - «La fossa è stata scavata in sei volte». Queste le tempistiche impiegate da parte della famiglia di Saman Abbas, la ragazza uccisa a Noveralla dopo aver rifiutato un matrimonio forzato in Pakistan, per costruire la sua tomba. I risultati della perizia medico-legali incaricata di analizzare le fasi della violenta morte della ragazza, sembrano non lasciano dubbi: l'omicidio non è stato improvvisato. Ma andiamo con ordine.

«Il fatto che il terreno sia ben stratificato determina che questa parte del riempimento si sia in realtà costituita da una serie di sei eventi che si sono susseguiti nel tempo e che non possono assolutamente essersi depositati in un unico momento», viene spiegato nel testo di 500 pagine redatte dai periti che hanno analizzato il luogo dove, il 18 novembre del 2022, è stato riesumato il corpo della 18enne.

«Se da un lato è possibile determinare con certezza che ci sono stati ben 6, se non 7 eventi in cui si è introdotto del materiale all’interno della tomba prima della deposizione del corpo della vittima, dall’altro non è dato sapere in maniera specifica in quanto tempo questa sequenza stratigrafica si sia formata», continua il documento. «Infatti, l’unica affermazione che si può fare con certezza in merito all’intervallo trascorso tra la costruzione della sepoltura e la deposizione della vittima è che quest’ultima non è stata introdotta nella fossa nell’immediatezza della fine delle operazioni di scavo della fossa, ma in un, non meglio identificabile, momento successivo».

Queste nuove rivelazioni confermerebbero che l’omicidio sia stato premeditato. «Il risultato del lavoro dell’archeologo forense, il dottor Salsarola, che ci dice che la buca è stata scavata in due tempi, il che vuol dire che la prima volta è stata scavata in modo approssimativo e senza il corpo di Saman, a cui era possibile prendere le misure anche a occhio in quel momento, poi la buca è stata allargata», ha affermato Barbara Iannuccelli, avvocata di Saqib Ayub, il fidanzato di Saman Abbas. «Quindi, la logica ci dice che questo tipo di doppio step prevede un primo step senza Saman, il secondo con Saman e che poi è stata collocata in quella buca non nell’immediatezza dello scavo. Questo fonda l’ipotesi di premeditazione che, in un processo per omicidio, fa la differenza tra i 30 anni e l’ergastolo».

Nel frattempo oggi si è svolta a Modena un’udienza del processo a carico di cinque familiari di Saman, accusati di aver brutalmente ucciso la ragazza. In aula il padre della 18enne, Shabbar Abbas, recentemente estradato dal Pakistan, che si è rifiutato di guardare le fotografie del corpo riesumato della figlia per poi scoppiare in lacrime. 

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