Sono circa 65mila gli armeni fuggiti
EREVAN - L'autoproclamata repubblica separatista del Nagorno-Karabakh ha annunciato giovedì che scioglierà tutte le sue istituzioni a partire dall'1 gennaio 2024.
Il decreto emanato dal leader dell'enclave annuncia lo scioglimento «di tutte le istituzioni e organizzazioni governative (...) il primo gennaio 2024» e che di conseguenza «la Repubblica del Nagorno-Karabakh (Artsakh) cesserà di esistere».
Nel decreto viene sottolineato che una volta conosciute le condizioni per il ritorno della regione sotto il controllo azero, gli abitanti e i rifugiati (la popolazione armena) potranno «prendere individualmente la decisione di rimanere o tornare nel Nagorno-Karabakh».
Fuggiti in 65mila
Parte della popolazione armena del Nagorno-Karabakh, circa 65.000 persone (la metà dei circa 120.000 che viveva nell'enclave) è fuggita nel giro di pochi giorni per paura di essere presa di mira dalla repressione azera, nonostante le promesse di Baku di rispettarne i diritti.
I separatisti armeni del Nagorno hanno subito una sconfitta militare nel giro di ventiquattro ore la scorsa settimana, che li ha costretti a capitolare di fronte alle forze dell'Azerbaigian, il Paese da cui si sono separati quando l'Urss è crollata oltre trent'anni fa. L'Armenia, che ha sostenuto questo territorio per decenni, questa volta non è intervenuta militarmente, aprendo la strada alla reintegrazione della regione nell'Azerbaigian.