«L'attacco di Hamas è colpa di Israele». Parole di fuoco da parte dell'intellettuale ebreo. Sgarbi: «Rispetti le vittime».
ROMA - Le dichiarazioni di Moni Ovadia, attore, musicista, scrittore e regista ebreo hanno scatenato un polverone di polemiche e critiche. Moni Ovadia è un nome conosciuto anche alle nostre latitudini. È stato diverse volte ospite nei teatri ticinesi. Artista brillante, dotato di ironia pungente, di un raffinato sarcasmo. Nei suoi spettacoli, e nei suoi libri, è arrivato perfino a fare battute sulla Shoah.
Un uomo libero che ha sempre detto quello che pensava senza temere le conseguenze del suo pensiero. E così ha fatto anche questa volta esprimendosi sul conflitto fra Israele e Hamas, e attaccando duramente il suo popolo. «Israele lascia marcire le cose, fingendo che il problema palestinese non esista, per cancellare la stessa idea che i palestinesi esistano e la comunità internazionale è complice» ha dichiarato all’indomani dell’attacco di Hamas.
«Questa è la conseguenza di una politica di totale cecità, di occupazione e colonizzazione – ha proseguito Ovadia –. La Striscia di Gaza non è un territorio libero, è una gabbia, una scatola di sardine: è vero che dentro non ci sono gli israeliani, ma loro controllano comunque i confini marittimi e aerei, l’accesso delle merci, l’energia, l’acqua. La comunità internazionale è schifosamente complice. Non a caso l’Onu aveva già dichiarato Gaza zona “non abitabile“. La situazione è vessatoria, dirò di più: è infernale». Ovadia ha sottolineato infine che la morte anche di una sola persona, «sia essa israeliana o palestinese», è sempre una tragedia e va condannata con tutte le forze.
Parole che hanno creato in Italia un vespaio a livello politico. A tuonare contro è stato il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni, chiedendo subito le dimissioni di Moni Ovadia dalla direzione artistica del Teatro comunale di Ferrara. «Come ferrarese mi vergogno di aver accolto Ovadia al vertice dell’istituzione culturale più prestigiosa della città. Le sue parole sono un insulto alle vittime provocate dai terroristi di Hamas contro inermi cittadini israeliani e anche di altre nazionalità che vivevano pacificamente nelle loro case. È Hamas a essere il principale nemico del popolo palestinese, non Israele».
Anche il presidente di Ferrara Arte - nonché il sottosegretario della cultura - Vittorio Sgarbi, si è scagliato contro l’intellettuale ebreo: «Le istituzioni culturali ferraresi hanno il dovere di sostenere il diritto di Israele a esistere. Ogni altra considerazione umana e politica sui diritti dei palestinesi non può essere invocata. In un momento come questo richiamo Moni Ovadia, nel suo ruolo istituzionale, al contegno e all’umana pietà per le vittime innocenti, che sono posizioni necessarie e preliminari a qualunque riflessione politica».
E ha poi aggiunto: «Ciò che genera sconcerto è il suo essere ebreo che gli dovrebbe imporre rispetto e pietà per il suo popolo". Ma Ovadia, interpellato dal nostro giornale, mantiene la linea e, anzi, spiega che "non c’entra nulla il mio incarico a teatro: le opinioni su Israele le esprimo da uomo libero».