I risultati sono stati presentati al Congresso 2023 della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo).
ROMA - Uno studio coordinato da una ricercatrice italiana, Domenica Lorusso, può cambiare lo standard di cura del tumore della cervice uterina localmente avanzato a rischio elevato, per il quale negli ultimi 20 anni non ci sono stati progressi significativi. Lo studio di Fase 3 Keynote-A18, ha dimostrato che la molecola immunoterapica pembrolizumab più chemioradioterapia concomitante riduce del 30% il rischio di progressione della malattia o morte rispetto alla sola chemioradioterapia. I risultati sono stati presentati al Congresso 2023 della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo).
«Keynote-A18 è il primo studio di Fase 3 in cui l'immunoterapia ha dimostrato un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione di malattia rispetto allo standard di cura in queste pazienti - spiega Lorusso, responsabile Programmazione Ricerca Clinica della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs di Roma e Ordinario di Ginecologia e Ostetricia Università Humanitas di Milano -. I risultati sono particolarmente rilevanti, soprattutto se si considera che per le pazienti di nuova diagnosi con tumore della cervice uterina localmente avanzato ad alto rischio non ci sono stati progressi delle opzioni terapeutiche per 20 anni.
I risultati di Keynote-A18, che ha coinvolto circa 1000 pazienti, cambieranno lo standard di cura. L'immunoterapia è risultata vincente in questa neoplasia, quasi sempre causata dall'Hpv, il Papillomavirus umano, la più frequente infezione sessualmente trasmessa.
Il disegno dello studio consente di sommare i benefici a lungo termine dell'immunoterapia con l'efficacia immediata della chemioradioterapia, nella fase critica iniziale di stimolazione del sistema immunitario».
«Oggi abbiamo a disposizione sia la prevenzione primaria con la vaccinazione anti-Hpv, sia la prevenzione secondaria con lo screening attraverso il Pap test o il test Hpv - afferma Saverio Cinieri, Presidente Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. Le Call to action promosse dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'Ue mirano a eliminare il tumore della cervice uterina e tutti quelli Hpv correlati entro il 2030. Un obiettivo dal quale siamo però ancora lontani se pensiamo alle coperture di queste aree di intervento».