Tra loro, 233mila hanno subito le violenze da sacerdoti, il resto da laici impiegati in scuole o istituti cattolici.
MADRID - Oltre 440 mila Oltre spagnoli sono stati abusati sessualmente, negli ultimi 50 anni, da persone legate alla Chiesa cattolica: tra loro, 233 mila hanno subito le violenze da sacerdoti, il resto da laici impiegati in scuole o istituti cattolici.
Sono i numeri impressionanti diffusi da un rapporto elaborato dopo 15 mesi di lavoro dal Difensore civico, un'istituzione indipendente, commissionato dal Congresso dei deputati.
Il documento di 777 pagine, di cui 100 dedicate alle testimonianze di 478 vittime, contiene i risultati di un sondaggio con oltre 8'000 interviste. Intitolato "Una risposta necessaria", il testo rappresenta il primo riconoscimento ufficiale del fenomeno e trae spunto dai risultati di una inchiesta del quotidiano El Pais che va avanti dal 2018.
Alla luce di queste cifre, la Spagna diventa il Paese che ha diffuso la maggiore stima ufficiale di vittime di abusi sessuali nella Chiesa cattolica al mondo. Il responsabile del Difensore civico, Ángel Gabilondo, presentando il rapporto, ha riferito di aver scritto a tutti i vescovi spagnoli: alcuni tra loro hanno aperto i loro archivi, altri invece lo hanno rimproverato. «Direi una bugia se dicessi che nessuno ha collaborato con noi, o se dicessi che c'è stata una collaborazione straordinaria. Detto questo credo che la Chiesa abbia preso coscienza che lo scandalo maggiore sarebbe quello di non collaborare esplicitamente con una società che vuole sapere la verità».
Un messaggio subito recepito dalla Chiesa iberica, tanto che la Conferenza episcopale spagnola terrà lunedì un'assemblea straordinaria proprio per studiare e valutare questo rapporto. Ora al centro del dibattito c'è il tema dei risarcimenti alle vittime e si ipotizza la creazione di un fondo pubblico. Da Bruxelles, il premier Pedro Sanchez ha assicurato l'impegno del governo definendo il rapporto "una pietra miliare" nella storia della democrazia spagnola. «Si tratta di una realtà che tutti conoscevano, ma di cui nessuno parlava. Oggi - ha concluso con orgoglio - il nostro Paese è un po' migliore».