Rifiuti e turismo di massa: una classifica mostra nove località da evitare e godersi magari più avanti
ZURIGO - L'editore americano di guide turistiche “Fodor's” ha pubblicato la sua no-list del 2024. Sono nove le destinazioni che sarebbe meglio evitare l'anno prossimo. Ma questa non è affatto una svalutazione della località in sé, quanto piuttosto uno spunto di riflessione per dare alle destinazioni più amate una pausa dal turismo di massa.
Venezia, Italia: Dallo stop alle navi da crociera all'introduzione del ticket giornaliero d'ingresso. Venezia ha già adottato diverse misure per combattere il turismo di massa. Tuttavia, gli abitanti sono preoccupati per il futuro della città lagunare e chiedono soluzioni sostenibili e a lungo termine.
Atene, Grecia: circa 17.000 persone visitano ogni giorno l'attrazione turistica più popolare di Atene: l'Acropoli. Ma questa cifra è troppo alta per il patrimonio mondiale dell'UNESCO e nei quartieri circostanti vi è il rischio di danni e di perdita degli stili di vita tradizionali, scrive “Fodor's”.
Monte Fuji, Giappone: secondo il Ministero dell'Ambiente giapponese, 221.322 persone hanno scalato i quattro sentieri escursionistici del famoso Monte Fuji durante la stagione di arrampicata di quest'anno. In pochi però sono consapevoli dei rischi legati alla scalata della montagna, per la quale si paga una quota di 1.000 yen (sei franchi), che servono per mantenere sicura l'area e per la conservazione della natura.
Monumento nazionale delle montagne di San Gabriel, USA: Barack Obama ha designato l'area “monumento nazionale” nel 2014, ma oggi la mancanza di fondi e l'ignoranza dei visitatori stanno causando problemi all'oasi naturale nella contea di Los Angeles. Il triste risultato: tonnellate di rifiuti e troppo poco personale in grado di prendersi cura della natura in modo sostenibile.
Baia di Halong, Vietnam: secondo uno studio del 2020, ogni anno 28.283 tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nella famosa Baia di Halong. Di questi, 34 tonnellate sono causati dal turismo. Delle 234 barriere coralline che un tempo esistevano, solo la metà hanno resistito fino ad oggi.
Deserto di Atacama, Cile: Il Cile commercializza il deserto di Atacama come uno dei tesori naturali più belli del paese. Tuttavia, questo stesso spazio funge anche da discarica per il "fast fashion" proveniente da USA, Europa e Asia. Oggi il problema è di una portata tale da essere visibile anche dallo spazio.
Lago Superiore, Stati Uniti: il 10% dell'acqua dolce mondiale si trova nel Lago Superiore, vicino al Michigan. Ma l’inquinamento ambientale causato dal turismo, che porta al riscaldamento delle acque e alla formazione di fioriture di alghe, mette a dura prova la qualità dell’acqua e la natura.
Gange, India: secondo un rapporto del 2015 del Gruppo della Banca Mondiale, quasi 800 milioni di litri di acque reflue finiscono ogni giorno nel Gange, il fiume più importante dell'India. Il fiume serve, tra l'altro, a fornire acqua potabile agli abitanti delle città e ai villaggi sulla riva.
Koh Samui, Tailandia: Solo nel mese di luglio, 140.000 viaggiatori hanno raggiunto l'isola tailandese, pesando sulle già scarse risorse idriche. Il turismo pesa per quasi il 70% sulle rare risorse idriche che, a lungo termine, minacciano di esaurirsi.