Parigi punta a «raccogliere la sfida di una generazione libera dal tabacco dal 2032»
PARIGI - La Francia inasprisce la guerra alle "bionde". Il nuovo piano di lotta contro il tabagismo che il governo di Parigi ha presentato prevede un prezzo delle sigarette alle stelle e l'estensione degli "spazi senza tabacco": dalle spiagge, ai parchi o vicino alle scuole.
La nuova stretta sul fumo punta a «raccogliere la sfida di una generazione libera dal tabacco dal 2032». Il programma nazionale di controllo del tabacco (Pnlt) 2023-2027 si basa infatti sul «rafforzamento della tassazione e dei divieti relativi al tabacco», ha spiegato il ministro della Salute e della Prevenzione, Aurélien Rousseau. L'obiettivo è prevenire l'accesso al fumo, soprattutto tra i più giovani, e aiutare meglio i fumatori a smettere, soprattutto i più poveri.
«Il divieto di fumo sarà ormai la norma», ha sottolineato il ministro presentando ai giornalisti il programma nazionale di lotta al tabagismo. «Gli spazi vietati al fumo, che sono già oltre 7.200 in oltre 73 dipartimenti, sono il risultato di un movimento impresso localmente dai comuni. Oggi invertiamo la responsabilità e fissiamo il principio che diventa la regola», ha proseguito Rousseau, spiegando poi come saranno gli aumenti del costo del pacchetto di sigarette: nel 2026 si arriverà a un minimo di 13 euro a pacchetto, con una prima tappa a 12 euro nel 2025.
Ma la Francia non è l'unico Paese a dichiarare guerra alla dipendenza dalla nicotina. A partire dal prossimo anno l'Australia vieterà l'importazione di vaporizzatori monouso, stando all'annuncio del ministro della Salute Mark Butler.
L'ambizione dell'Australia di diventare il primo Paese a limitare lo svapo sarà realizzata in successive fasi, cominciando da un bando alle importazioni di prodotti monouso. E da gennaio i medici e gli infermieri professionisti potranno prescrivere vaporizzatori terapeutici per trattare la dipendenza dalla nicotina. Il giro di vite imposto dal ministro Butler è inteso a reprimere il fiorente mercato nero che importa dalla Cina milioni di vaporizzatori monouso aromatizzati e li vende ai giovani su social media o sottobanco in minimarket.
A muoversi in controtendenza, per ragioni di bilancio, è invece la Nuova Zelanda che ha in programma un dietrofront sulla legge approvata nel 2022 per vietare alle nuove generazioni di fumare sigarette e altri prodotti a base di tabacco. Gli introiti derivanti dalle tasse sul fumo - scrivono i media locali - saranno utilizzati per finanziare il taglio delle imposte promesso dalla nuova coalizione di centrodestra.
La marcia indietro del nuovo esecutivo è stata criticata da medici ed esperti di salute pubblica, soprattutto perché - denunciano - avrà conseguenze sulle comunità autoctone dei Maori dove il tabagismo è molto diffuso.