Seppur in maniera più diluita rispetto ad Asia orientale e Nord America, anche l'Europa subirà gli effetti di El Nino
BRUXELLES - Dopo un'estate e un autunno contrassegnati da temperature estreme, anche l'inverno 2023/24 promette di raggiungere un caldo record: il responsabile è El Niño, il fenomeno meteorologico periodico generalmente associato all'aumento delle temperature, che è tornato a installarsi nell'Oceano Pacifico proprio nella seconda metà di quest'anno.
Secondo uno studio dell'Istituto di Fisica dell'Atmosfera dell'Accademia Cinese delle Scienze, pubblicato sulla rivista Advances in Atmospheric Sciences, El Niño è pronto a innescare anticicloni (zone di alta pressione atmosferica) anomali nel Pacifico Nord-occidentale, che influenzeranno il clima invernale soprattutto in Asia orientale e Nord America.
«Di solito nel resto del mondo gli effetti di El Niño risultano più diluiti, perché entrano in gioco anche altri fattori di disturbo», spiega all'Ansa Claudio Tei, climatologo del Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
«Per l'Europa e l'Italia quindi non ci saranno grandi conseguenze - aggiunge Tei - se non delle temperature leggermente più basse per il Nord Europa e una maggiore persistenza degli anticicloni. Nel complesso, comunque, probabilmente l'inverno sarà un po' più caldo della media anche in Europa e nel Mediterraneo».
D'altronde, il 2023 è stato già certificato come l'anno più caldo di sempre: lo ha appena rivelato il report provvisorio sullo stato del clima dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale, sottolineando come sia il primo ad aver registrato un aumento delle temperature di 1,4 gradi sopra i livelli pre-industriali. "Il 2023 ha infranto tutti i record climatici - si legge nel rapporto - accompagnato da fenomeni meteorologici estremi che hanno lasciato una scia di devastazione e disperazione".
Un primato già preannunciato dal mese di novembre appena concluso: come ha indicato il programma di osservazione della Terra Copernicus di Agenzia Spaziale Europea e Commissione europea, la temperatura media della superficie degli oceani ha raggiunto i 20,79 gradi, la più alta finora registrata e ben 0,4 gradi sopra le medie del periodo. Un nuovo record che si aggiunge a quello del 17 novembre, il primo giorno in cui la temperatura globale ha superato di oltre 2 gradi i livelli preindustriali.
Per capire se questa tendenza proseguirà anche per l'inverno, i ricercatori guidati da Fei Zheng «hanno utilizzato modelli che partono dalle condizioni registrate in estate e autunno - spiega il ricercatore Lamma-Cnr - per cercare di prevedere il clima dei prossimi mesi». I risultati sottolineano che gli effetti di El Niño saranno amplificati dalla combinazione con il riscaldamento globale in corso.
Le regioni alle latitudini medio-basse di Asia e America vivranno un inverno eccezionalmente caldo: c'è infatti una probabilità del 95% che la temperatura superficiale media globale per la stagione 2023/24 stabilisca un nuovo record storico.