«Chiediamo all'ONU e a tutti i Paesi del mondo di porre fine a questa guerra brutale e di salvare la Striscia prima che sia troppo tardi»
GAZA - Hamas ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell'Onu di porre fine alla «guerra brutale» nella Striscia di Gaza. «Chiediamo al Consiglio di Sicurezza, alla comunità internazionale e a tutti i Paesi del mondo di porre fine a questa guerra brutale e di salvare la Striscia di Gaza prima che sia troppo tardi», ha affermato in un comunicato l'ufficio stampa del gruppo palestinese.
Intanto, dopo l'allerta dell'Onu, anche Save the Children e altre Ong internazionali lanciano l'allarme sulla situazione "apocalittica" nella Striscia di Gaza, dopo sessanta giorni di assedio israeliano seguito ai massacri di Hamas contro lo Stato ebraico, il 7 ottobre. «Chi è sopravvissuto ai bombardamenti corre ormai il rischio imminente di morire di fame e di malattia»: Intanto, dopo l'allerta dell'Onu, anche Save the Children e altre Ong internazionali lanciano l'allarme sulla situazione "apocalittica" nella Striscia di Gaza, dopo sessanta giorni di assedio israeliano seguito ai massacri di Hamas contro lo Stato ebraico, il 7 ottobre.
«Centinaia di bambini fanno la coda per una sola toilette, vermi nelle piaghe, bimbi amputati senza anestesia, ci mancano le parole per descrivere gli orrori di Gaza», ha deplorato Alexandra Saieh, responsabile di Save the Children, in occasione di una videoconferenza stampa congiunta con una decina di altre organizzazioni umanitarie internazionali. Saieh aggiunge che «dei bambini e le loro famiglie vagano nelle strade di ciò che non è stato raso al suolo, senza cibo, senza un posto dove andare, senza nulla per sopravvivere».
La situazione a Gaza è "apocalittica", allerta la responsabile Oxfam, Bushra Khalidi, denunciando, tra l'altro, le restrizioni israeliane ai convogli umanitari al valico di Rafah. Già a fine novembre, il Programma alimentare mondiale (Pam) aveva messo in guardia sul "rischio elevato di carestia" per la popolazione di Gaza, in particolare, per "donne e bambini".
A Gaza "non c'è nessun posto rimasto sicuro", ha sottolineato da parte sua Shaina Low, del Norwegian Refugee Council, durante la conferenza stampa online. Due giorni fa, il 6 dicembre, anche il responsabile per i Diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Türk, aveva evocato una situazione "apocalittica" nell'enclave palestinese a circa due mesi dall'inizio delle ostilità.