Dall'aspettativa di vita ai tratti della personalità: le capacità di Life2Vac si scontrano con l'etica.
COPENHAGEN - Prevedere il destino di ogni persona, dalla sua aspettativa di vita alle sfumature della personalità: lo ha imparato a fare un'Intelligenza Artificiale, rinominata 'life2vac' che è stata istruita analizzando i dati di 6 milioni di persone. Il nuovo modello di Intelligenza Artificiale (IA) sviluppato da Sune Lehmann, dell'Università Tecnica della Danimarca a Lyngby, e descritto su Nature Computational Science, può essere un utile strumento sul comportamento umano ma apre anche a nuove questioni etiche sui diritti individuali.
Le IA hanno dimostrato come usando algoritmi sofisticati sia possibile imitare in modo pressoché perfetto alcune delle nostre capacità considerate fino a poco tempo fa una prerogativa esclusivamente umana, come la scrittura, il linguaggio o l'espressione artistica. Usando ora gli stessi algoritmi usati per emulare il linguaggio umano i ricercatori danesi hanno provato a verificare se l'IA sia in grado anche di prevedere alcuni aspetti della vita umana.
Così come vengono codificate le relazioni tra le parole nel linguaggio i ricercatori hanno codificato le relazioni tra alcuni concetti della quotidianità relativi alla salute, reddito, o luogo di residenza.
I dati usati sono stati quelli relativi a 6 milioni di danesi da cui l'algoritmo ha provato a prevedere alcuni aspetti futuri, primo tra tutti la mortalità precoce - in particolare la sopravvivenza superiore a 4 anni tra le persone di età compresa tra 35 e 65 anni - e inoltre determinare alcune caratteristiche della personalità legate alla sfera sociale.
Al di là dei risultati, che spiegano i ricercatori sono stati piuttosto accurati, lo studio sottolinea soprattutto la necessità di discutere in modo aperto l'utilizzo nel mondo reale di tipologie di applicazioni come queste e dei possibili pericoli sui diritti individuali.