Bella Nilsson è accusata di aver seppellito e scaricato illegalmente decine di migliaia di tonnellate di rifiuti in 21 località
STOCCOLMA - Un tribunale svedese ha incriminato per «il peggior crimine ambientale nel paese da mezzo secolo a questa parte» undici persone, tra cui l'imprenditrice Bella Nilsson - che in passato si era autoproclamata la "regina dei rifiuti" - e il suo ex marito. Lo riporta il quotidiano del paese scandinavo Svenska Dagbladet.
Bella Nilsson, direttrice di Nmt Think Pink - una società di gestione dei rifiuti famosa per i suoi sacchetti rosa - è accusata di aver seppellito e scaricato illegalmente decine di migliaia di tonnellate di rifiuti in 21 località nel centro della Svezia.
Tra le accuse anche quella di aver provocato diversi incendi di montagne di spazzatura, esponendo i residenti a fumi tossici. Durante le indagini sono stati trovati livelli nocivi di arsenico, diossine, piombo, zinco, rame e prodotti petroliferi.
Tre anni fa, alcune zone di Stoccolma, la capitale, erano state avvolte dal fumo causato da un incendio in un cumulo di rifiuti gestito dall'azienda.
L'imprenditrice e dieci dei suoi dipendenti sono ora al centro dell'inchiesta. Il procuratore capo Anders Gustafsson ha dichiarato che l'indagine preliminare, scaturita in una pubblicazione di 45'000 pagine, ha permesso di rilevare «il più grande crimine ambientale in Svezia in termini di portata e organizzazione» da quando, negli anni '70 del secolo scorso, la società BT Kemi seppellì barili di veleno nel sud della Svezia. Gli accusati si sono dichiarati innocenti.