In vigore dal 2024, la "legge sull'educazione patriottica" sembra essere una misura di contrasto al dissenso, in vista di un futuro incerto.
PECHINO - Se in Europa l'Amor patrio è merce sempre più rara, in Cina si viaggia nel senso opposto. E oggi ancor di più.
La "legge sull'educazione patriottica" voluta da Pechino è infatti entrata in vigore pochi giorni fa. Dove? Direttamente sui banchi di scuola di ogni livello: gli studenti possono formarsi meditando sui pensieri del loro "lider maximo" Xi Jinping, oppure facendo visita ai monumenti, che esaltano la storia del popolo e del Partito comunista.
Ma a essere chiamate a incentivare l'amore verso la bandiera rossa a cinque stelle sono anche le famiglie, oltre a tutte le istituzioni, comprese quelle religiose («lo Stato guiderà e sosterrà gruppi e istituti religiosi nello svolgimento di attività di educazione patriottica») e del tempo libero.
La normativa - promulgata già a fine ottobre dello scorso anno ma entrata in vigore nel 2024, anche in vista del 75° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese del prossimo 1° ottobre - mira a «rafforzare l’unità nazionale».
E utilizzerà, tra gli altri strumenti, anche quelli mediatici: giornali e tv, radio e web. Sostenendo anche attività culturali, come cinema e teatro, per creare opere a tema patriottico. Il tutto col fine di rafforzare l'identificazione dei cittadini «con la grande madrepatria, la nazione cinese, la cultura cinese, il Partito Comunista Cinese e il socialismo con caratteristiche cinesi».
Cittadini che garantiscano stabilità sociale
Inutile dire che l'ulteriore sferzata nazionalistica del Governo è sostenuta fortemente da Xi, che neanche troppo velatamente guarda al contenimento delle tensioni sociali, scoppiate già dopo le ferree restrizioni Covid e che potrebbero riaffacciarsi in futuro, visto anche l'attuale situazione difficile dell'economia cinese.
Domanda interna bassa, mercato immobiliare fiacco - non solo per la mancanza di fiducia degli investitori - e disoccupazione giovanile che avanza ne sono un esempio.
Tutti fattori - questi ultimi - a cui non si interviene quindi solo pompando liquidità nel sistema, come ha fatto la Banca centrale già lo scorso dicembre nella speranza di rilanciare la crescita, ma anche formando cittadini che garantiscano stabilità sociale, a prescindere dalle crisi che ci si troverà ad affrontare. E le guerre sono lì a testimoniarlo.
La Cina «in vista di un lungo percorso accidentato e nel caso del protrarsi di crisi economiche - ha detto a Cnn Jonathan Sullivan, professore associato specializzato in politica cinese all’Università di Nottingham - si sta assicurando che il modo di pensare "politically correct" sia ben assicurato, (...), dove la via del Partito (comunista, ndr) sia l'unica via per la Cina».