Fra questi vi sono uno storico, un giornalista, un avvocato, due attivisti politici e due ex collaboratrici di Alexei Navalny
MOSCA - Uno storico, un giornalista, un avvocato, due attivisti politici e due ex collaboratrici di Alexei Navalny: sono questi - con condanne dai 7 ai 25 anni di reclusione - alcuni dei personaggi più in vista tra i prigionieri politici attualmente nelle carceri russe su cui sono tornati drammaticamente ad accendersi i riflettori dopo la morte dell'oppositore ieri nella colonia penale artica in cui era rinchiuso.
Il 17 gennaio, in occasione del terzo anniversario del ritorno dalla Germania e dell'incarcerazione di Navalny, l'alto rappresentante della Ue per la politica estera, Josep Borrell, aveva rinnovato l'appello per il rilascio di questi sette detenuti, oltre che di tutti gli altri. I più noti sono gli attivisti politici Vladimir Kara-Murza e Ilya Yashin. Ma a destare le maggiori preoccupazioni è al momento la situazione del primo, che è anche quello che ha subito la condanna più pesante.
Di Kara-Murza, un cittadino russo-britannico a cui sono stati inflitti 25 anni di reclusione per tradimento e diffusione di "false informazioni" sulle forze armate per il conflitto in Ucraina, non si hanno più notizie da settimane. Da quando cioè, secondo la denuncia della moglie, è scomparso dalla colonia penale IK-6 a Omsk, in Siberia, dove scontava la pena. Anche il ministro degli Esteri britannico David Cameron si è detto "molto preoccupato" per la vicenda, che ricorda quella dello stesso Navalny quando, nel dicembre scorso, non si ebbero più notizie di lui per quasi tre settimane mentre veniva trasferito al centro di detenzione IK-3, nel distretto artico di Yamalo-Nenets, dove ieri è morto.
Anche Ilya Yashin è una delle vittime illustri della legge approvata nel 2022, subito dopo l'avvio dell'operazione militare in Ucraina, contro chi viene riconosciuto colpevole di screditare le forze armate. L'attivista, arrestato nel giugno 2022, è stato condannato a otto anni e mezzo di reclusione.
Tra i detenuti citati da Borrell figura anche Yuri Dmitriev, uno storico e attivista della Karelia, repubblica nel nord-ovest della Federazione russa, impegnato dagli anni '90 nella ricerca dei siti delle esecuzioni capitali durante il Grande Terrore staliniano. Nell'autunno del 2021 è stato condannato a 15 anni di reclusione al termine di un lungo procedimento per presunti atti di pedofilia. Accuse respinte dai suoi sostenitori come politicamente motivate. L'avvocato Alexei Gorinov si è invece visto infliggere sette anni di reclusione per avere criticato l'operazione militare in Ucraina. E il giornalista specializzato in questioni militari Ivan Safronov sta scontando una pena a 22 anni di carcere per essere stato riconosciuto colpevole di alto tradimento per aver rivelato all'intelligence della Repubblica Ceca presunti segreti militari.
Nella lista figurano due ex esponenti del team di Navalny: Lilia Chanysheva, condannata a 7 anni e mezzo per attività estremiste, e Ksenia Fadeeva, l'esponente politica che guidava l'organizzazione - ora bandita - di Navalny nella città siberiana di Tomsk e alla quale sono stati inflitti 9 anni di reclusione.