Un'inchiesta giornalistica denuncia il comportamento delle forze militari britanniche in Afghanistan dopo i fatti dell'11 settembre 2001
LONDRA - È scandalo nel Regno Unito dopo l'ennesima rivelazione imbarazzante sul comportamento delle forze di Sua Maestà dislocate in Afghanistan nell'ambito dell'azione militare a guida Usa seguita all'attacco dell'11 settembre 2001.
Questa volta la denuncia arriva da un'inchiesta di Panorama, trasmissione giornalistica investigativa della Bbc, venuta in possesso di documenti stando ai quali risulta che i vertici dei commando della Sas, unità d'élite per antonomasia dell'esercito britannico, abbiano posto il veto per ragioni del tutto opache alla concessione dell'asilo - nel momento della ritirata occidentale dal Paese di fronte ai Talebani - di centinaia di soldati afghani che avevano combattuto al loro fianco: soldati che avrebbero potuto testimoniare contro elementi della stessa Sas in relazione ad accuse di crimini di guerra.
I militari afghani in questione, considerati ad alto rischio di rappresaglia, appartenevano alle forze speciali locali delle unità CF333 e ATF444, dette anche Triples, addestrate a suo tempo dai britannici, e avevano chiesto di essere aiutati a fuggire nel Regno nell'ambito del ponte aereo organizzato in fretta e furia dagli alleati dopo l'improvviso annuncio nel 2021 del ritiro americano da parte del presidente Joe Biden, o in seguito. Salvo vedere respinte le loro istanze, racconta Panorama, evocando inoltre indizi sul fatto che «diverse decine» di loro, rimasti in trappola, abbiano poi subito in effetti la vendetta dei Talebani: fra presunti pestaggi, torture o esecuzioni sommarie.
Il dicastero della Difesa del governo di Rishi Sunak promette adesso un'indagine interna al riguardo e il viceministro James Heappey riconosce che non meno di 2000 rifiuti opposti dai comandi del Sas sembrano esser stati motivati in modo «non solido».
Veterani delle stesse forze speciali britanniche espostisi in passato per denunciare gli abusi attribuiti a compagni d'arme commentano l'accaduto come il frutto di «un chiaro conflitto d'interessi», da parte di chi non gradiva che gli afghani fossero chiamati a testimoniare dinanzi alla commissione d'inchiesta istituita nel Regno per far luce proprio sulle accuse di crimini di guerra rivolte a britannici e alleati.
«Non li hanno voluti far arrivare qui in sicurezza perché erano potenziali testimoni», ha tagliato corto un reduce citato dalla Bbc sotto la protezione dell'anonimato. «Al meglio - gli ha fatto eco un secondo - si è trattato di un comportamento inappropriato, al peggio d'un tentativo deliberato d'insabbiare le tracce».