Si tratta di sieri scaduti oppure non più al passo con le nuove varianti
TOKYO - Il Giappone si prepara a scartare fino a 240 milioni di dosi del vaccino Covid-19, non utilizzate, a fronte dell'evoluzione delle nuove varianti del virus, e la graduale stabilizzazione del numero di persone che ancora intendono ricevere il vaccino.
Il governo di Tokyo ha terminato il programma gratuito di immunizzazione per il coronavirus alla fine di marzo, a seguito di una somministrazione complessiva di 436,2 milioni di vaccinazioni, fornite quasi interamente dalle case farmaceutiche statunitensi, Moderna e Pfizer.
La campagna vaccinale - In Giappone le inoculazioni sono iniziate ufficialmente nel febbraio 2021, con il governo che ha firmato contratti di acquisto con i maggior produttori farmaceutici per 928,4 milioni di dosi, per poi cancellarne circa 200 milioni e autorizzare la fornitura di circa 40 milioni di dosi del siero a Paesi stranieri.
Per ultimo, secondo i dati del quotidiano Yomiuri Shimbun, delle 46,4 milioni di dosi di vaccino acquistate dal governo l'estate scorsa, circa 18 milioni non utilizzate verranno scartate anche se non sono scadute.
I vaccini prodotti dalla società statunitense Pfizer rappresentavano il numero maggiore di vaccinazioni, con circa 342,8 milioni, pari al 79%, seguiti da quelli prodotti dalla Moderna, pari a 92,9 milioni, o circa il 21%.
Le vaccinazioni di routine per il Covid in Giappone saranno offerte da questo autunno alle persone con più di 65 anni, e a quelle di età compresa tra 60 e 64 anni con gravi patologie. L'importo massimo da pagare individualmente sarà di 7'000 yen, equivalenti - al cambio attuale - a 41,75 franchi.