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BRUXELLESIl Parlamento europeo approva il nuovo Patto sui migranti

10.04.24 - 22:04
«Berna sarà giuridicamente vincolata ad applicare i punti relativi allo sviluppo degli acquis di Schengen e Dublino»
Imago
Fonte Ats-ans
Il Parlamento europeo approva il nuovo Patto sui migranti
«Berna sarà giuridicamente vincolata ad applicare i punti relativi allo sviluppo degli acquis di Schengen e Dublino»

BRUXELLES - C'è un prima e un dopo nella storia delle politiche migratorie europee ed è targato dieci aprile 2024: l'Eurocamera ha dato il via libera finale al nuovo Patto di migrazione e asilo portando a compimento un lavoro che, di fatto, è durato dieci anni.

La Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen chiude il suo mandato portando a casa uno dei dossier cruciali di questa legislatura. Le politiche migratorie, negli anni, hanno diviso paesi membri, spaccato governi, mandato in frantumi alleanze. E il voto sul nuovo Patto non è stato da meno.

Il nuovo Patto in sintesi cerca di rispondere a un'esigenza di fondo: dare regole uniche in tutta Europa, dato che sinora non è stato così. Al centro della riforma c'è l'equilibrio tra responsabilità (da parte dei paesi di primo approdo) e solidarietà (da parte degli altri).

Basta dunque con un sistema disfunzionale che addossava agli Stati di frontiera, nel Mediterraneo ma non solo, tutti gli oneri di controllo ma poi permetteva ai migranti di sparpagliarsi per tutta l'Ue, creando l'odioso fenomeno dei movimenti secondari (spesso gente in fuga senza documenti), fonte di tensione tra i paesi e d'insicurezza per gli stessi migranti.

D'ora in poi la nazione di primo approdo dovrà raccogliere la domanda di asilo, gestire la persona e la pratica in tempi rapidi, ma potrà contare sull'aiuto degli altri, o in termini ricollocamenti o contributi finanziari. Soprattutto, però, chi arriva da un posto del mondo non poi così disastrato e non ha diritto alla protezione dell'Ue verrà rimpatriato in tempi rapidi. O almeno, questa è l'idea. Cruciale adesso sarà l'attuazione delle nuove norme, molto complicate a livello tecnico. I 27 avranno due anni di tempo per farlo.

Ai paesi di primo ingresso, come l'Italia, von der Leyen ha assicurato che d'ora in poi "non saranno più soli" davanti alle sfide poste dall'immigrazione. "L'Europa migliore è l'Europa che si muove unita", ha sottolineato. "È un giorno storico", le ha fatto eco la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola.

Dalla parte opposta, invece, l'ungherese Viktor Orban, che insieme alla Polonia a trazione sovranista aveva votato contro il Patto: "L'unità è morta, i confini sicuri non ci sono più, è un altro chiodo nella bara dell'Unione Europea", ha tuonato il leader magiaro.

Conseguenze anche per la Svizzera - Data la partecipazione della Svizzera a Schengen e Dublino, le decisioni del Parlamento europeo hanno conseguenze per la Confederazione, seppur parziali.

«Berna sarà giuridicamente vincolata ad applicare i punti relativi allo sviluppo degli acquis di Schengen e Dublino», ha dichiarato all'agenzia Keystone-ATS Samuel Wyss, portavoce della Segreteria di Stato della migrazione (SEM). Ciò vale per le regole sulla sincronizzazione dei dati e sui controlli d'identità.

Il meccanismo di solidarietà, invece, non riguarda la Confederazione, che può in ogni caso partecipare volontariamente a determinate misure. Inoltre, non dovrà occuparsi dei regolamenti sull'asilo e delle procedure di esame delle domande di protezione internazionale.

L'Organizzazione svizzera d'aiuto ai rifugiati (OSAR) ha criticato la riforma, scrivendo in un comunicato che si tratta di un "massiccio inasprimento della politica europea in materia di asilo".

Secondo l'OSAR, l'accesso a procedure d'asilo eque è fortemente limitato e i migranti sono in gran parte privati dei loro diritti. L'Organizzazione è anche dell'avviso che il patto europeo non risolverà gli attuali problemi del sistema di Dublino.

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