Un'inchiesta fa luce sulle relazioni tra agenti e individui legati alla criminalità organizzata.
STOCCOLMA - Un'inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.
Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d'amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: «Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse», riporta una delle lettere citate.
In un altro caso, la capo squadra 'Camilla', specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d'albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: «Ci siamo accorti che qualcosa non andava», ha dichiarato l'ex capo di Camilla al quotidiano. «Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte». Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall'improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza.
Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazione. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un «rischio per la sicurezza» e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni.
Dopo la rivelazione, il ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: «Si tratta di un fatto molto grave» ha dichiarato a Dagens Nyheter. «La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia», ha concluso il ministro.