Le reazioni dopo le presunte parole del Pontefice sugli omosessuali nei seminari
CITTÀ DEL VATICANO - Le presunte parole di Papa Francesco hanno fatto il giro del mondo. Il Pontefice, nel corso di un incontro a porte chiuse, avrebbe invitato i vescovi a fare attenzione ad accogliere omosessuali nei seminari, dato che in alcuni di essi «c’è già troppa frociaggine».
«Non si tiene» - Parole che sarebbero frutto di una semplice gaffe, secondo alcuni alti prelati interpellati dal Corriere della Sera, dovuta alla padronanza non così perfetta della lingua italiana da parte dell'argentino Bergoglio. Anche se, dice ancora al quotidiano, qualcuno in Vaticano ripensa alle uscite estemporanee di Francesco e sospira: «Non si tiene». Vengono ricordate sue espressioni un po' forti, specialmente quelle pronunciate in privato. Sembra che la frase in questione sia stata accolta da un silenzio di tomba, rotto solo da qualche risata incredula.
Le reazioni - Nelle ore successive alla conferma della notizia (l'incontro in questione risale al 20 maggio) sono fioccate le reazioni. Di segno opposto. Il candidato alle Elezioni europee con la Lega, il generale Roberto Vannacci, gongola: «E chi mi dava dell'omofobo?». «Non c’è troppa frociaggine, ma troppi omofobi» puntualizza invece il deputato del PD Alessandro Zan. «Il Papa arretra sui diritti Lgbt+ e discrimina i seminaristi gay, sino ad oggi il Papa aveva dichiarato, o almeno fatto intendere, che se un prete rispettava il voto di castità il suo orientamento sessuale non era un problema. Invece, oggi oltre ad usare la 'parola frociaggine', come riportato dai media, sembra che abbia anche indicato di vietare l'ingresso ai nuovi seminaristi gay» ha dichiarato il portavoce del Partito Gay Lgbt+ Solidale Ambientalista Liberale, Fabrizio Marrazzo: «Ricordiamo che i seminari sono finanziati anche con i soldi dei contribuenti italiani e anche il clero è pagato anche con l'8X1000, pertanto se tale dichiarazione discriminatoria verrà confermata dalla Chiesa, chiediamo che il Governo blocchi i fondi dell'8x1000 alla Chiesa Cattolica».
Secondo Francesco Lepore, giornalista, attivista Lgbtq+ e soprattutto ex sacerdote, si è detto «basito dalla volgarità» dell'uscita del Papa e osserva: «A mio avviso il tema non è l’orientamento sessuale ma se il soggetto sia in grado o meno di osservare l’obbligo celibatario». Per il teologo Vito Mancuso quelle di Francesco sono «parole sprezzanti che contrastano con altre sue uscite precedenti. Ricorda Pio IX che partì suscitando speranze e finì con l’intransigenza più dura». Mancuso appare decisamente deluso da quanto accaduto. «Che declino, il Papa deve chiedere scusa».
La notizia ha fatto il giro del mondo - La notizia è sulle homepage di svariati dei principali siti d'informazione del mondo. I quali non usano nel titolo il termine in questione, ma fanno capire ai propri lettori che il Pontefice avrebbe utilizzato una parola dispregiativa e degradante. Si attende una reazione ufficiale da parte del Vaticano. Nessun commento è stato rilasciato dalla Sala stampa e non si legge nulla nemmeno sul quotidiano della Città del Vaticano, L'Osservatore Romano.
L'uso infelice del termine ha oscurato però, osservano alcuni, l'argomento di fondo: l'ammissione degli omosessuali nei seminari. Il tema, come quello delle donne diacono, dovrebbe essere approfondito in vista del prossimo Sinodo. Ma, ora che la posizione del Papa sembra essere ben chiara, il condizionale è d'obbligo.