L'accusa è aver ispirato proteste illegali.
MOSCA - Nella Russia di Vladimir Putin non c'è spazio per il dissenso. La repressione politica va avanti senza tregua, e l'invasione dell'Ucraina ha solo peggiorato le cose. Il Cremlino ha annunciato un ennesimo giro di vite per prendere di mira organizzazioni e persone scomode per il potere.
E stavolta si è scagliato persino contro l'associazione delle mogli e delle madri dei soldati russi che chiedono il ritorno dal fronte dei loro familiari richiamati alle armi e spediti in trincea. Il gruppo «La Strada verso casa» è stato infatti inserito da Mosca nel suo famigerato elenco degli «agenti stranieri». E nella lista nera di Putin sono finiti pure i giornali online Republic e Sota, l'attivista per i diritti umani Marina Litvinovich e l'ex giornalista Yekaterina Duntsova: l'oppositrice contraria alla guerra che voleva sfidare il presidente alle urne ma a cui le autorità russe impedirono con un pretesto di candidarsi alle elezioni di marzo.
L'accusa è più o meno la stessa per tutti: quella di aver direttamente o indirettamente criticato l'invasione dell'Ucraina. Il ministero della Giustizia russo ha accusato l'associazione delle mogli e delle madri dei soldati di aver cercato di creare «un'immagine negativa» della Russia e dell'esercito russo e di aver ispirato proteste «illegali».
Nella famigerata lista Mosca ha inserito pure una delle leader del gruppo, Maria Andreyeva, che ha subito fatto sapere all'Afp di ritenere ingiusto il provvedimento e di volerlo contestare. Il futuro dell'associazione ora appare più incerto che mai. Per mesi le attiviste hanno manifestato ogni sabato davanti alla Tomba del milite ignoto, proprio sotto le mura del Cremlino. Ora però le cose potrebbero diventare molto più complicate.
Il registro degli «agenti stranieri» è uno strumento del Cremlino per colpire oppositori, giornalisti e gruppi che contestano il regime. E per questo è stato duramente condannato dalla Corte Europea per i diritti umani, che ha sottolineato come sia una violazione del diritto alla libertà d'espressione e alla libertà d'associazione. Chi viene bollato come «agente straniero» non solo è sottoposto a rigidi controlli, ma deve presentarsi in pubblico con questo marchio infamante, che tanto ricorda quello di «spia», cosa che rende a volte impossibile qualunque attività.
Alcuni analisti pensavano che Putin volesse evitare di colpire l'associazione delle mogli dei soldati per evitare tensioni sociali. L'ultima mossa del Cremlino pare però smentire questa ipotesi. E non è da escludere che il presidente inasprisca ancora di più la repressione.
(di Giuseppe Agliastro)