Per il premier ungherese Orban «l'Europa sta correndo verso la guerra come un treno guidato da un macchinista pazzo»
KIEV / VARSAVIA - Una nuova pioggia di fuoco ha incendiato l'ennesima notte di guerra in Ucraina, dove un massiccio attacco con missili e droni si è abbattuto su cinque regioni arrivando fino ai territori occidentali, spingendo Varsavia a far decollare i caccia polacchi e della Nato per «garantire la sicurezza dello spazio aereo» lungo il confine, mentre la tensione resta alle stelle sul fianco orientale dell'Europa.
Mosca ha rivendicato di aver preso di mira gli impianti energetici ucraini e «gli arsenali per lo stoccaggio delle armi occidentali sono stati danneggiati». Rispondendo con il fuoco alle autorizzazioni date dagli alleati di Kiev - ultimi Germania e Stati Uniti - di colpire in Russia con le armi occidentali.
Secondo l'aeronautica ucraina, nella notte sono stati abbattuti 35 missili da crociera e 46 droni kamikaze russi. Per il ministero dell'Energia gli attacchi hanno messo nel mirino gli impianti energetici nelle regioni ucraine di Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Donetsk, Kirovohrad e Ivano-Frankivsk. I russi hanno attaccato inoltre un'infrastruttura critica non meglio identificata nella regione di Vinnytsia, dove è scoppiato un incendio a causa della caduta di frammenti di un drone nemico abbattuto, secondo il capo dell'amministrazione militare regionale, Serhiy Borzov. Nessun accenno agli arsenali di armi che la Russia rivendica di aver colpito. E secondo Ria Novosti che cita un coordinatore militare russo, Sergei Lebedev, sarebbe stato colpito anche l'aeroporto militare di Stry, nella regione occidentale di Leopoli, destinato a ricevere gli F-16 della Nato. Sono stati proprio gli attacchi sulle oblast ucraine dell'ovest ad aver spinto Varsavia a far decollare i jet militari, nell'ultimo di ormai numerosi episodi simili per la Polonia che dal 24 febbraio 2022 ha rafforzato la difesa della sua frontiera orientale con l'Ucraina, da dove più volte hanno sconfinato i missili.
«Civili, infrastrutture, impianti energetici: questo è ciò contro cui la Russia è in guerra», ha tuonato Volodymyr Zelensky, secondo cui «l'obiettivo principale della Russia è quello di normalizzare il terrore, sfruttando la mancanza di sufficienti capacità di difesa aerea. I nostri partner sanno esattamente cosa serve a questo scopo: ulteriori Patriot e altri moderni sistemi di difesa aerea per l'Ucraina. Accelerare ed espandere la fornitura di F-16 all'Ucraina», le richieste del presidente ucraino. Mentre infatti gli invasori rivendicano nuove avanzate sul fronte nordorientale di Kharkiv, l'autorizzazione data dai partner dell'Occidente a utilizzare le armi occidentali su suolo russo proverà a dare respiro alla resistenza di Kiev. Ma non è un via libera incondizionato: a Singapore, dove Zelensky è giunto per partecipare al Forum sulla sicurezza 'Shangri-La Dialogue', è previsto un incontro tra il presidente ucraino e il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin per «discutere la possibilità di espandere la geografia degli attacchi ucraini con armi americane sul territorio russo», riferisce Politico.
Per il momento l'uso delle armi americane - così come quelle tedesche - è infatti limitato ai territori russi immediatamente vicini al confine, in particolare a Kharkiv. E secondo il Wsj, i raid non devono prevedere l'uso di Atacms o missili a lungo raggio. Le limitazioni tenteranno di scongiurare una nuova escalation nella guerra, sulla quale ha lanciato l'allarme anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando di «aumento del rischio di una terza guerra mondiale» e confermando il no di Roma all'uso delle forniture italiane in territorio russo. Durissimo il commento di Viktor Orban: l'Europa sta correndo verso la guerra «come un treno guidato da un macchinista pazzo», ha tuonato il premier ungherese.
(di Stefano Intreccialagli)