Il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha ribadito la posizione di Madrid nel conflitto in Medio Oriente.
MADRID - «Non andiamo contro Israele, cerchiamo di frenare la guerra. Crediamo che non possa essere questa la maniera di rapportarsi fra israeliani e palestinesi. Per questo sosteniamo la formula dei due Stati». Così il ministro spagnolo degli Esteri, José Manuel Albares, ha difeso in un'intervista oggi a El Pais la decisione di Madrid di aderire alla causa presentata a dicembre dal Sudafrica alla Corte internazionale di giustizia contro Israele per presunto genocidio nella Striscia di Gaza.
Alle accuse del Partito Popolare che ha bollato la decisione come elettorale, alla vigilia del voto europeo del 9 giugno, Albares ha replicato che considera «frivolo pensare in questo modo». «Purtroppo né la guerra, né la Corte internazionale di Giustizia, né i civili di Gaza considerano date elettorali», rileva il capo della diplomazia iberica.
Albares ha motivato il nuovo passo fatto da Madrid per l'inadempimento delle misure cautelari ordinate dal Tribunale dell'Aia, «obbligatorie per tutte le parti, inclusa Israele», che impongono «di fermare le operazioni militari a Rafah, permettere l'entrata senza ostacoli degli aiuti umanitari o l'accesso della popolazione civile all'approvvigionamento di beni primari (acqua, alimenti, medicine, energia) che non si sta consentendo». E ha rilevato «la gravissima situazione in cui si trova la popolazione palestinese, il fatto che non si differenzi fra obiettivi militari e civili» nell'offensiva israeliana contro Hamas, «che si attacchino centri ospedalieri e scuole» evidenzia «che non c'è la volontà di eseguirle».
Il ministro degli Esteri assicura che la decisione del governo spagnolo non vuole alimentare la escalation della tensione diplomatica con Israele: «Non è questo lo spirito né l'obiettivo», ha rilevato.