In un'intervista a il Giorno, Paolo Berlusconi ricorda il fratello. Mentre i figli dell'ex Premier dedicano al loro papà parole di «Amore».
MILANO - «Dolcissimo papà, il tuo amore vivrà per sempre dentro di noi», firmato Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi. Così, pubblicando queste parole sui principali quotidiani Italiani in edicola oggi, i cinque figli di Silvio Berlusconi hanno voluto ricordare il Cavaliere.
Il 12 giugno 2023 - esattamente un anno fa -, moriva infatti Silvio Berlusconi, politico, imprenditore, fratello di Paolo, che per il giorno del triste anniversario ha scelto di raccontare a Il Giorno i suoi ricordi personali, legati alla vita in famiglia. Con una premessa, «ripenso a lui con serenità - spiega Paolo al quotidiano milanese - A volte mi emoziono e poi piango ricordando i momenti trascorsi insieme (..). Però lo sento accanto a me».
Difficile trovare un settore dove l'ex Presidente del Consiglio italiano non abbia lasciato il segno: «Nella famiglia, nella sua umanità, nella politica, nello sport e con gli amici», senza dimenticare la sua creatura, quella televisione commerciale, «dove Silvio ha dato sviluppo e lavoro a migliaia di persone».
Nel colloquio col fratello minore dell'ex Premier emerge anche qualche curiosità di calcio e gioventù. Come quando, «avevo 16 anni e lui (Silvio, ndr) mi disse: "ti porto ad Appiano per fare un provino con l’Inter"», oppure quando con papà Luigi si andava allo stadio «per il Milan e non solo». Mentre con «gli amici si andava anche a vedere l’Inter, anche di questo mia madre veniva informata», perché «la domenica era sacra».
Si passa poi a qualche anno dopo, quando il Cavaliere, domina il mondo - calcisticamente parlando - da Presidente dei rossoneri. I suoi calciatori preferiti? «Shevchenko e Kakà sono stati i campioni con i quali mio fratello ha costruito un rapporto speciale».
L'altro grande amore di Silvio fu la politica, tanto da dedicare alla sua creatura, Forza Italia, ogni residua energia, fino all'ultimo istante di vita. E così il pensiero va all'erede politico e attuale segretario nazionale del partito di centro-destra, Antonio Tajani. «Sono grato e apprezzo Tajani - dice ancora Paolo - perché non è il delfino, ma il continuatore e l’interprete del pensiero democratico e liberale» berlusconiano.
Chi invece non dimentica le accuse e i processi che ha subito Silvio Berlusconi, dopo l'ingresso in politica, è la figlia Barbara. «È stato il leader politico più perseguitato al mondo - ha detto al Tg1 -, con più di 4 mila udienze, 86 processi. Un accanimento da una parte della magistratura politicizzata, che è durato quasi 30 anni e che ne ha compromesso gravemente la salute».
Mentre l'altro figlio, Pier Silvio Berlusconi, ha voluto ricordare il padre anche durante un incontro con i dipendenti Mediaset, e lo ha voluto fare con una sola parola, quella «più forte, più potente, in assoluto universale: Silvio Berlusconi il nostro fondatore, mio padre è Amore».
Chi lo ha odiato e chi lo ha amato, in fondo il Cavaliere manca un po' a tutti.