All'origine della piaga del Fentanyl un'altra epidemia, quella della salute mentale: «Una persona su due ha perso qualcuno per overdose».
WASHINGTON D.C. - Una pillola può costare dai due dollari fino a un massimo di dieci. Si possono comprare facilmente, grazie a siti internet e social media. Il fentanyl, ormai diventato una delle maggiori cause di morte tra gli adulti negli Stati Uniti, sta mietendo adesso sempre più vittime anche giovani americani.
Dall’inizio della pandemia, le morti dei ragazzi, dovute alla dipendenza da oppioidi, sono raddoppiate, secondo uno studio del Washington Post realizzato insieme al Centro per la Prevenzione e il controllo delle malattie infettive. Una realtà orribile che non risparmia neanche la ricca capitale di Washington DC.
«A differenza degli adulti, i giovani non cercano il fentanyl per strada, nel mercato nero», ci spiega quando la contattiamo la professoressa Regina LaBelle, direttrice del dipartimento della Georgetown University, a Washington, che si occupa della dipendenza e dello studio delle politiche pubbliche a riguardo.
«Trovano tutto online. In realtà, molti di loro non capiscono di aver comprato un oppioide così potente. Piegati da problemi di salute mentale, fanno delle ricerche su internet alla ricerca di pastiglie, come il Valium, e non si accorgono invece di quello che hanno preso realmente».
In accordo con molti esperti, anche LaBelle sostiene che alla base di questa emergenza c’è un generale problema di «malattie mentali che non vengono curate. Come dimostrano gli studi - continua - una delle conseguenze del Covid è il crescente numero di ragazzi che manifestano una qualche forma di problematica mentale».
Partendo da questo quadro, la crisi è alimentata dalla incredibile disponibilità di fentanyl a cui si può accedere con qualche clic dal proprio computer e cellulare. Anche se tra gli adulti per la prima volta da anni, le morti da overdose sono leggermente calate, la professoressa della Georgetown ci ricorda che la crisi degli oppioidi in qualche misura «ha toccato una larga fetta delle comunità americane».
Secondo uno studio, dice ancora LaBelle «il 42% conosce qualcuno morto di overdose. In un periodo di dieci anni, trecentomila bambini hanno perso a causa di questa piaga un genitore». Quest’ultimo dato, tra i tanti, ci ricorda che sebbene la situazione stia leggermente migliorando, le conseguenze di questa crisi «ci accompagneranno ancora per qualche tempo».