Il proiettile che ha colpito Trump a Butler ha colpito anche le dinamiche di una campagna elettorale finora aggressiva e controversa.
WASHINGTON - L'attentato a Trump è un pezzo di storia americana, ma è anche una curva nella storia della campagna elettorale che da oggi non sarà più quella di prima.
Da oggi l'atmosfera, il clima e le percezioni degli elettori americani sono destinate a cambiare. Il proiettile che ha ferito Trump all'orecchio a Butler, Pennsylvania, ha colpito anche le dinamiche di una campagna elettorale che è stata, a tratti, tesa, aggressiva, controversa, incomprensibile. E che da oggi cambia.
Trump trarrà indubbiamente vantaggio da questa situazione. Biden e il partito democratico dovranno, invece, prendere velocemente una decisione sul ritiro - o meno - dell'attuale presidente a vantaggio di un nuovo candidato che potrà provare a contrastare una deriva che, al momento, pare difficilmente contenibile.
La foto di Evan Vucci che ritrae Trump con il volto sanguinante, il pugno alzato e sullo sfondo la bandiera americana nel cielo blu di Butler vale da sola più di mille comizi e mille interviste. Chi sta con Trump continuerà ad appoggiare l'ex presidente, chi appoggia Biden non cambierà idea. Ma in quella fascia grigia di indecisi alcuni potrebbero spostarsi verso Trump. E si sa che le elezioni americane si giocano spesso sul filo del rasoio di pochi voti in pochi Stati decisivi.
L'attentato inoltre continuerà, nel dibattito pubblico, a tenere, almeno per qualche tempo, in seconda fila tutti i dubbi su Trump e i problemi del tycoon, a cominciare dai suoi guai con la giustizia e proseguendo con la sua narrazione molto controversa.
Trump nelle ultime settimane ha anche provato a mutare il suo atteggiamento e la sua strategia, cercando di apparire più moderato per andare a cercare voti anche in nuove fasce di elettori. Anche oggi la sua reazione è stata 'presidenziale', ha invocato l'unità del Paese e ha ringraziato Dio che ha 'impedito che l'impensabile accadesse'.
Trump fortunatamente sta bene, parteciperà alla Convention repubblicana e da lì partirà la discesa verso il 5 novembre. Dall'altra parte del fiume, il partito democratico dovrà velocizzare e approfondire la riflessione sul candidato da opporre a Trump. Ogni giorno aumenta la convinzione che il presidente sia destinato a perdere. Da oggi bisognerà accelerare il dibattito interno. I grandi saggi del partito, da Barak Obama a Nancy Pelosi, spingono per un cambiamento ma, fino a oggi, Biden, la sua famiglia e i suoi più stretti consiglieri sono stati irremovibili.
Non è vero che non c'è tempo. Un nuovo candidato democratico avrebbe tre mesi di tempo per sparigliare le carte, portare una nuova narrazione e riportare il dibattito, attualmente incentrato sulle difficoltà di Biden, sui problemi di Trump che non sono pochi. C'è qualche settimana di tempo per trovare una soluzione, per provare a invertire la rotta e a cambiare un destino che al momento, per molti, sembra ineluttabile.