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AUSTRALIALa rivolta dei musicisti che chiedono regole sulla AI

19.08.24 - 12:30
Vogliono che il governo obblighi le compagnie tech a rivelare i contenuti copiati e usati senza permesso
Foto Deposit
Fonte ats
La rivolta dei musicisti che chiedono regole sulla AI
Vogliono che il governo obblighi le compagnie tech a rivelare i contenuti copiati e usati senza permesso

SYDNEY - Il campo di battaglia è ormai aperto nel settore della musica in Australia dove alcuni degli artisti più popolari, da Missy Higgins a Jimmy Barnes e Bernard Fanning, sono alleati per resistere a un nuovo nemico: gli strumenti di intelligenza artificiale. E chiedono al governo federale di implementare con urgenza strette linee guida di trasparenza, simili a quelle introdotte in Unione Europea, obbligando le compagnie tech a rivelare i contenuti copiati e usati senza permesso e imponendo sanzioni per la non divulgazione.

Una ricerca commissionata dall'organizzazione per i diritti musicali APRA (Australian Performing Rights Association) ha messo in luce paure profondamente radicate per come tale tecnologia - in particolare l'uso di AI generativa - pregiudica il processo umano della canzone d'autore. Lo studio ha esaminato le voci di ricavo di licenze musicali da commercio al dettaglio, uso di musica di sottofondo, streaming e pubblicità digitale, calcolando le perdite per i musicisti. E stima per il 2028 un danno totale causato da AI generativa a circa 519 milioni di dollari australiani (315 milioni di euro), che metterà a rischio il 23% delle entrate dei creatori di musica.

Hanno preso parte allo studio oltre 4200 tra compositori, cantanti e editori musicali, interrogati sull'impatto della nuova tecnologia. Molti hanno espresso preoccupazione per la mancanza di regolamentazione e di politica governativa, particolarmente riguardo a crediti, consenso ed equa remunerazione per il loro lavoro.

Il governo federale ha formato un gruppo di riferimento AI all'inizio dell'anno e un'inchiesta del Senato dovrà riferire in materia il mese prossimo. Ma il capo esecutivo dell'APRA Dean Ormoston chiede che si faccia di più.

«Esortiamo il governo ad applicare linee guida di trasparenza come in Unione Europea, che impongano alle compagnie tech di rivelare i contenuti copiati e usati senza autorizzazione, con sanzioni per mancata divulgazione. Senza di questo la nostra industria affronta un futuro cupo», ha dichiarato Ormoston.

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