Cerca e trova immobili

SERBIAIl presidente serbo Vucic, «non parlo con Putin da due anni e mezzo»

31.08.24 - 18:30
Ha affermato che il suo Paese è convintamente orientato verso l'integrazione nell'Unione europea.
Imago
Fonte Ats
Il presidente serbo Vucic, «non parlo con Putin da due anni e mezzo»
Ha affermato che il suo Paese è convintamente orientato verso l'integrazione nell'Unione europea.

BELGRADO - Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha detto di non aver più parlato con il presidente russo Vladimir Putin da due anni e mezzo, dall'inizio del conflitto armato in Ucraina, a differenza di altri leader europei.

«Molti hanno parlato con lui al telefono, sono andati a trovarlo, lo hanno incontrato in varie parti del mondo. Non penso a Viktor Orban, penso a tanti altri leader, a molti leader europei, io però non ho più parlato con lui. Ma, come si vede, voi per un qualche motivo volevate sottolineare che io faccio qualcosa che non fanno altri leader europei», ha detto Vucic rispondendo ai giornalisti a margine di un suo intervento al Forum sulla sicurezza Globsec 2024 in corso a Praga.

Smentendo che la Serbia abbia una posizione doppia e ambigua, Vucic ha affermato che il suo Paese è convintamente orientato verso l'integrazione nell'Unione europea, pur mantenendo i suoi tradizionali buoni rapporti con la Russia.

«Noi tradizionalmente abbiamo relazioni molto buone con la Russia, questo non lo nascondo né di ciò mi vergogno. È sempre stato così tra serbi e russi. E noi siamo l'unico Paese in Europa a non aver imposto sanzioni alla Russia. Come potete vedere, non ho paura a dirlo apertamente», ha detto il presidente osservando come Belgrado abbia più d'una volta condannato l'aggressione russa all'Ucraina, all'Assemblea generale dell'Onu e in riunioni dell'Osce.

E la Serbia, ha aggiunto, ha inviato una grande quantità di aiuti umanitari all'Ucraina, quantificabili in 20 volte di più degli aiuti concessi a Kiev da tutti gli altri Paesi dei Balcani occidentali messi insieme.

Sempre per il presidente Aleksandar Vucic, il 95% dei russi arrivati in Serbia dopo l'inizio del conflitto armato in Ucraina è schierato contro il presidente Vladimir Putin, essendo fuggiti da una situazione di guerra e dalla politica portata avanti da Mosca. Si tratta, ha osservato parlando oggi al Forum Globsec di Praga, di russi provenienti da grandi città quali Mosca e San Pietroburgo, che hanno cercato di proseguire in Serbia la loro attività o trovare altri lavori.

Al tempo stesso, ha aggiunto Vucic, il 95% degli ucraini giunti anch'essi in Serbia sono di orientamento filorusso, essendo scappati in larga parte da regioni russofone, come gli oblast di Donietsk e Lugansk.

Sono decine di migliaia i russi e gli ucraini giunti in Serbia dall'inizio del conflitto armato nel febbraio 2022. Prevalgono di gran lunga i russi, in generale professionisti, imprenditori, informatici, persone facoltose e con larga disponibilità finanziaria, impossibilitate a continuare la propria attività in Russia per via delle sanzioni occidentali, con conseguenti difficoltà e problemi sulle operazioni bancarie, transazioni finanziarie, utilizzo delle carte di credito, e altri impedimenti.

«In tanti hanno fondato nuove società, principalmente a Belgrado e Novi Sad, acquistando in numerosi casi, o affittando, appartamenti o interi immobili a prezzi elevati, facendo in tal modo lievitare le tariffe di mercato, con conseguente insofferenza da parte della popolazione serba locale», ha detto. L'arrivo dei russi, che spendono e comprano senza problemi, ha provocato al tempo stesso «un generale aumento dei prezzi in ristoranti, caffè, negozi e supermercati, dove sempre più spesso si vedono listini e menu anche in russo¢.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE