Il primo ministro Netanyahu ha chiesto scusa alle famiglie degli ostaggi e ha invocato unità
GERUSALEMME - «Chiedo scusa alle famiglie degli ostaggi per il fatto che non siamo riusciti a riportarli a casa vivi. Hamas pagherà per questo un duro prezzo. Siamo nel pieno di una guerra esistenziale contro l'Iran, la nostra vittoria dipende dalla nostra unione».
Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in conferenza stampa a Gerusalemme per la prima uscita pubblica dopo il ritrovamento dei sei giovani ostaggi uccisi a Gaza.
Netanyahu si è soffermato sulla necessità dell'unità della nazione. «Dobbiamo restare uniti come una sola persona contro un nemico crudele che vuole distruggere tutti noi, tutti noi senza eccezioni». Le parole del premier arrivano mentre decine di migliaia di israeliani hanno protestato contro la gestione governativa dei colloqui sugli ostaggi.
«Il conseguimento degli obiettivi della guerra passano per il Corridoio Filadelfia. Venti anni fa mi sono dimesso dal governo Sharon proprio su questo punto: dobbiamo controllare l'asse al confine tra Gaza e l'Egitto, è una questione politica fondamentale».
Netanyahu ha garantito ai cronisti che non ci sarà nessun ritiro dell'esercito israeliano da quel corridoio. «Tutti vogliono che mettiamo fine alla guerra, questo è quello che conta per loro. Tutti premono per farci uscire da Gaza. Ma la conquista di Rafah e del Corridoio Filadelfia ha cambiato il corso del conflitto e se ci ritiriamo non potremo tornare».