Il neo segretario dell'Alleanza atlantica si trova oggi in visita a Kiev a soli due giorni dal suo insediamento
KIEV - Il neo segretario della Nato Mark Rutte si trova oggi a Kiev per mostrare il sostegno dell'Alleanza due giorni dopo il suo insediamento.
«Era importante che venissi a Kiev ora e mettere in chiaro al popolo ucraino e a tutti quelli che ci guardano che la Nato è con l'Ucraina, l'Ucraina è più vicina alla Nato che mai e continueremo su questo percorso finché non diventerete membro dell'alleanza, io sono a favore», ha detto Rutte.
Senza certi mezzi e la possibilità di usarli, «non possiamo fermare la Russia», ha dal canto suo affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa con il neo segretario della Nato.
Il presidente ucraino ha espresso poi l'aspettativa che i Paesi dell'Alleanza cambino la loro posizione sulla protezione dei cieli dell'Ucraina, come riportato da Ukrainska Pravda.
«Oggi - ha affermato il leader ucraino - abbiamo parlato delle esigenze dell'Ucraina in materia di difesa aerea e di interazione con i vicini. Vediamo, in particolare, come in Medio Oriente sia possibile proteggere la vita delle persone grazie all'unità degli alleati. L'abbattimento congiunto dei missili iraniani non è diverso dall'abbattimento dei missili russi, dall'abbattimento degli Shahed iraniani che uniscono i regimi russo e iraniano».
Poi il riferimento alla perdita della cittadina di Vuhledar. «Quando la Russia distrugge le posizioni dei nostri soldati è giusto che si ritirino per potersi salvare la vita, sono più importanti degli edifici», ha detto Zelensky.
La martoriata cittadina del Donetsk (dove prima della guerra vivevano 14mila persone), finita per essere una delle tante linee del fronte, ormai non è altro che un cumulo di macerie, dove pare si ostinino a vivere ancora un centinaio di civili, che evidentemente non hanno altre alternative.
Simbolo della fiera resistenza ucraina, come Bakhmut e Avdiivka prima di lei, ora rischia di essere un altro tassello della ritirata nel Donbass, a testimonianza della fase molto delicata che sta vivendo l'Ucraina, al netto dell'operazione-immagine del Kursk.