Le anticipazioni di "War" mettono in imbarazzo Donald Trump che però replica: «Sono storie inventate da un demente»
WASHINGTON - Le rivelazioni delle sue telefonate con Putin sino al 2024, gli immigrati «con i geni dell'omicidio nel sangue», il suo potente alleato Elon Musk che rasenta il voto di scambio per aiutarlo e si chiede nuovamente «perchè nessuno tenta di uccidere Kamala Harris». Sta succedendo di tutto nell'ultimo mese di campagna elettorale americana, dove l'ultimo sondaggio del New York Times indica che la candidata presidenziale democratica è avanti di tre punti a livello nazionale (49% a 46%, contro la parità 47% a 47% di settembre) ed è vista più del suo rivale come fattore di cambiamento.
A mettere in imbarazzo l'ex presidente sono le anticipazioni di "War", l'ultimo libro del leggendario reporter del Watergate Bob Woodward, secondo cui Trump avrebbe avuto sino a sette telefonate con Putin dopo aver lasciato la Casa Bianca: l'ultima quest'anno mentre premeva per stoppare al Congresso i nuovi aiuti a Kiev. E nel 2020 gli avrebbe inviato segretamente per uso personale dei kit per test anti Covid, che in piena pandemia scarseggiavano. «Storie inventate...da un uomo veramente demente e squilibrato... un libro spazzatura che appartiene al cestino delle occasioni della sezione fiction di una libreria low cost o viene usato come carta igienica», ha ribattuto la campagna di Trump.
Il tycoon intanto spinge oltre ogni limite la sua retorica incendiaria contro i migranti, entrando nel controverso terreno dell'eugenetica o, meglio, della cattiva genetica. Intervistato dal conduttore radiofonico conservatore Hugh Hewitt, The Donald ha accusato i clandestini che hanno precedenti per omicidio di avere il crimine nel sangue, a livello genetico. «Come puoi permettere a 13 mila immigrati condannati per omicidio di entrare negli Stati Uniti? Molti di loro hanno ucciso anche più di una persona e ora vivono felicemente da noi. Questi omicidi, sai, penso che sia nei loro geni. E noi ci ritroviamo molti geni cattivi nel nostro Paese», ha detto, dimenticando che a tentare di sparargli sono stati due bianchi americani.
Oltre alla discutibile affermazione sugli istinti killer genetici, il tycoon ha fatto anche disinformazione, dato che la cifra di 13 mila si riferisce a un arco di vent'anni, incluso il periodo in cui alla Casa Bianca c'era lui, e riguarda persone che risultano attualmente rinchiuse nelle carceri americane. L'ex presidente «non si riferiva ai migranti ma agli assassini: è disgustoso che i media corrano subito a difendere assassini, stupratori e criminali illegali pur di attaccare Trump», ha replicato una portavoce della sua campagna, preannunciando un suo comizio anche a Springfield (Ohio), dove ha falsamente accusato gli haitiani di rubare e mangiare gli animali domestici dei residenti.
Ma non è la prima volta che il tycoon parla di «cattiva genetica» dei migranti illegali: nei mesi scorsi li ha accusati di «avvelenare il sangue del nostro Paese», una frase condannata da Joe Biden come «retorica fascista e suprematista bianca». La Casa Bianca ha stigmatizzato anche l'ultima uscita: «Questo tipo di linguaggio è odioso, disgustoso, inappropriato e non ha posto nel nostro Paese».
Sembra l'ennesimo esempio di quell'involuzione analizzata dal New York Times in un lungo articolo nel quale rilancia la questione dell'età e dell'acuità mentale di Trump. «Con il passare del tempo, i discorsi dell'ex presidente 78enne sono diventati più cupi, più duri, più lunghi, più arrabbiati, meno concentrati, più volgari e sempre più fissati sul passato», scrive il quotidiano citando vari episodi. Tra gli ultimi quello in cui ha raccontato come nel dibattito tv con Harris il pubblico fosse dalla sua parte. Ma in sala non c'era un solo spettatore.