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ISRAELE/GIAPPONEIsraele critica il Nobel per la pace Nihon Hidankyo per i commenti su Gaza

13.10.24 - 13:58
I vincitori: «la situazione dei bambini di Gaza è simile a quella del Giappone dopo la seconda guerra mondiale».
Imago
Fonte Ats
Israele critica il Nobel per la pace Nihon Hidankyo per i commenti su Gaza
I vincitori: «la situazione dei bambini di Gaza è simile a quella del Giappone dopo la seconda guerra mondiale».

TOKYO - L'ambasciatore di Israele in Giappone ha criticato Nihon Hidankyo, il gruppo dei sopravvissuti alla bomba atomica insignito del Premio Nobel per la Pace, per aver paragonato le loro esperienze ai bambini di Gaza.

Gilad Cohen si è inizialmente congratulato con Nihon Hidankyo per aver vinto il premio, ma in un post pubblicato domenica sulla piattaforma X ha affermato che il paragone tracciato dal co-presidente del gruppo, Toshiyuki Mimaki, «è oltraggioso e privo di fondamento. Gaza è governata da Hamas, un'organizzazione terroristica senza morale responsabile di un doppio crimine di guerra: quello di prendere di mira i civili israeliani, compresi donne e bambini, mentre usa i propri cittadini come scudi umani», spiegando ancora che «questi paragoni distorcono la storia e disonorano le vittime» dell'attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023.

Dopo l'annuncio del premio, venerdì, Mimaki aveva detto che la situazione dei bambini di Gaza è simile a quella affrontata dal Giappone alla fine della Seconda guerra mondiale, e che «a Gaza, i bambini insanguinati sono protetti solo dai loro genitori. È come il Giappone di 80 anni fa». Nel bombardamento del 6 agosto 1945 deciso dagli Stati Uniti sulla città di Hiroshima furono uccise circa 140'000 persone, e altre 74'000 morirono a Nagasaki tre giorni dopo.

I sopravvissuti alle esplosioni formarono la Nihon Hidankyo per raccontare le storie di quei bombardamenti atomici e per fare pressione per un mondo senza armi nucleari. Quest'anno la municipalità di Nagasaki ha deciso di non invitare l'ambasciatore Cohen per commemorare il 79mo anniversario della catastrofe, adducendo ragioni di sicurezza, al fine di evitare possibili proteste. Una decisione che ha spinto gli ambasciatori di Stati Uniti, Gran Bretagna e dell'Unione Europea a non partecipare alla cerimonia.

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