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HAMAS / ISRAELEI leader islamisti eliminati in un anno di guerra

17.10.24 - 19:08
Molti i nomi spuntati dalla lista nera di Israele
keystone-sda.ch / STF (YAHYA ARHAB)
Fonte Ats ans
I leader islamisti eliminati in un anno di guerra
Molti i nomi spuntati dalla lista nera di Israele

TEL AVIV - Con l'eliminazione del suo finora imprendibile capo, Yahya Sinwar, il movimento islamista Hamas appare sempre più indebolito, colpito da Israele in un pesante martellamento che non ha risparmiato neppure gli altri gruppi legati a Teheran, come Hezbollah in Libano o le stesse milizie delle Guardie rivoluzionarie iraniane (Pasdaran).

Tra i principali personaggi del cosiddetto "asse della resistenza" eliminati dallo Stato ebraico nell'ultimo anno figura certamente Hassan Nasrallah, storico leader di Hezbollah (letteralmente partito di Dio), ucciso il 27 settembre a Beirut (Libano) insieme al vicecomandante della Forza Quds dei Pasdaran sempre in Libano e ad altri alti ufficiali. Lo segue dopo qualche giorno, a inizio ottobre, quello che sarebbe dovuto essere il suo successore, Hashem Safieddine, in un raid condotto sempre alla periferia meridionale della capitale libanese.

Il 24 settembre è stato eliminato Ibrahim Qubaisi, comandante e figura di spicco della divisione missilistica di Hezbollah, responsabile anche, secondo lo Stato ebraico, dell'attacco nel 2000 in cui furono uccisi e rapiti tre soldati delle forze armate dello Stato ebraico (Idf) i cui corpi furono restituiti in uno scambio nel 2004. Il 20 settembre era toccato a Ibrahim Aqil, comandante delle operazioni di Hezbollah, esponente del massimo organo militare del gruppo, e ad Ahmed Wahbi, un alto comandante. Un altro colpo ad Hezbollah è stato inflitto da Israele il 30 luglio, quando in un attacco alla periferia sud di Beirut venne colpito a morte Fuad Shukr, identificato come il braccio destro di Nasrallah.

Il 31 luglio era toccato ad Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas all'estero, ucciso da una bomba nella foresteria dei Pasdaran che lo ospitava a Teheran. Un'operazione attribuita al Mossad (agenzia di intelligence e di sicurezza focalizzata sulle operazioni all'estero) che scatenò le ire dell'Iran. Settimane prime, il 13 luglio, era stato eliminato l'inafferrabile Mohammed Deif, sopravvissuto a diversi tentativi di omicidio, primula rossa e numero uno delle Brigate al-Qassam, tra gli architetti del massacro del 7 ottobre; mentre il 3 luglio la stessa sorte era toccata a Mohammed Nasser, responsabile di una parte delle operazioni di Hezbollah alla frontiera.

L'11 giugno la campana era suonata invece per Taleb Abdallah, comandante senior di Hezbollah e responsabile del lancio dei missili anti-tank e dei razzi dal sudovest del Libano verso Israele. Il 2 aprile infine, in un raid condotto contro il consolato iraniano di Damasco (Siria), aveva perso la vita Mohammad Reza Zahedi, comandante senior della Forza Quds e responsabile del collegamento con Hezbollah.

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