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ISRAELE / GAZAAltri raid di Israele, altri 30 morti a Gaza (e 13 sono bambini)

10.11.24 - 08:11
Gli attacchi hanno preso di mira due case nella Striscia. La protezione civile: «Alcuni civili sono ancora sotto le macerie».
AFP
Fonte ats ans
Altri raid di Israele, altri 30 morti a Gaza (e 13 sono bambini)
Gli attacchi hanno preso di mira due case nella Striscia. La protezione civile: «Alcuni civili sono ancora sotto le macerie».

TEL AVIV - La protezione civile della Striscia di Gaza gestita da Hamas ha annunciato oggi la morte di 30 persone, tra cui 13 bambini, in due attacchi israeliani. I raid aerei israeliani hanno preso di mira due case nella Striscia di Gaza, ha precisato la protezione civile.

Un primo attacco ha ucciso questa mattina «almeno» 25 persone, «tra cui 13 bambini», in una casa di famiglia a Jabalia, nel nord di Gaza, ed ha provocato «più di 30 feriti».

I servizi di emergenza palestinesi hanno riferito di un secondo attacco israeliano contro una casa nel quartiere al-Sabra di Gaza City, che ha causato cinque morti e alcuni dispersi. «Alcuni civili sono ancora sotto le macerie», hanno affermato.

Intanto, ieri sera le strade di Tel Aviv e di altre città israeliane si sono riempite di familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas che vogliono così sottolineare i 400 giorni dai rapimenti dei loro cari. Si tratta - commenta The Times of Israel - dei primi raduni del sabato sera dopo il «licenziamento» del ministro della Difesa Yoav Gallant da parte del premier Benjamin Netanyahu che già hanno scatenato proteste di piazza.

Il raduno più grande di stasera, promosso dall'Hostage Families Forum, si svolge a Hostages Square di Tel Aviv, con raduni più piccoli a Gerusalemme, Kiryat Gat, all'incrocio meridionale di Shaar HaNegev e altrove. Manifestanti antigovernativi e pro-accordo sugli ostaggi hanno manifestato anche a Begin Street di Tel Aviv, fuori dal quartier generale dell'Idf.

Il Forum ha affermato che il raduno di Hostages Square, «che segna questi inimmaginabili 400 giorni», vedrà la partecipazione di «rappresentanti pubblici che riflettono l'ampia diversità del popolo israeliano» che «esprimeranno la richiesta della pubblica opinione della restituzione di tutti gli ostaggi».

Nel frattempo, Israele sta prendendo seriamente in considerazione la possibilità di un accordo di cessate il fuoco limitato nel tempo con Hezbollah. Lo riferisce Channel 12 sottolineando che l'iniziativa del governo israeliano è legata a un contesto di profonda preoccupazione per la possibile decisione del Consiglio di Sicurezza Onu che potrebbe limitare le operazioni dell'Idf.

Secondo Channel 12 sono in corso colloqui attraverso canali diplomatici. Alti funzionari a Gerusalemme esprimono il timore che gli Usa questa volta si asterranno dall'usare il loro potere di veto per proteggere gli interessi israeliani nel Consiglio di Sicurezza.

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