Reazioni bellicose dalla Russia dopo l'annuncio di Biden di autorizzare l'utilizzo dei missili tattici Atacms nella regione di Kursk
MOSCA - Il colonnello in pensione Igor Korotchenko e membro del Consiglio pubblico del Ministero della Difesa russo dal 2012 e 2013 ci va dritto e fa calare subito il carico: «Se, oltre all’autorizzazione della Casa Bianca all’uso dei missili ATACMS da parte dell’Ucraina per attacchi in profondità nel territorio russo, Biden concordasse anche azioni simili da parte del Regno Unito e della Francia per l’uso dei missili Storm Shadow e SCALP-EG, in questa situazione potrebbe sorgere la questione di un attacco nucleare dimostrativo nella zona marittima vicino alle coste della Gran Bretagna e della Francia».
È solo una delle reazioni bellicose che stanno fiorendo di minuto in minuto sugli organi di stampa filo-governativi della Federazione russa (quella appena citata arriva da Ria Novosti), dopo l'annuncio del presidente degli Stati Uniti di autorizzare l'utilizzo dei famosi missili tattici (con una gittata che varia dai 140 ai 300 chilometri a seconda della versione) nella regione di Kursk, decisione che si fonda sull'intenzione di fermare la prevista controffensiva russa che mira a riprendersi anche gli ultimi 1000 chilometri quadrati rimasti nelle mani dell'esercito di Kiev.
A convincere Biden che fosse giunto il momento di fare questa mossa sullo scacchiere infuocato del fronte russo-ucraino, sarebbe stata la forte irritazione provata dall'ancora per poche settimane capo della Casa Bianca, dopo che gli uomini della sua intelligence gli hanno confermato il dispiegamento di militari nord-coreani pronti a dare l'assalto alle forze ucraine date - dagli analisti militari - per stremate e a corto numero di ricambi. Dispiegamento immaginario secondo l'inquilino più importante del palazzo del governo nord-coreano Kim Jong-un, che ha liquidato come «sporche manovre» degli Stati Uniti e dei loro alleati queste insinuazioni, tese a suo dire soltanto «a prolungare il conflitto».
Il capo per gli Affari internazionali della Duma: «Biden vuole passare alla storia come "Bloody Joe" - In attesa che Putin parli - per ora si è espresso solo il suo portavoce parlando di «un ulteriore aumento delle tensioni» - non si tirano di certo indietro con dichiarazioni di fuoco alcuni esponenti del parlamento russo. Come il deputato Leonid Slutsky, capo del Partito liberal-democratico filo-Cremlino e a capo della commissione per gli Affari internazionali della Duma, che ha previsto che la decisione «porterà inevitabilmente a una grave escalation» minacciando «pesanti conseguenze». La regione di Kursk - ha ricordato - «è un territorio sovrano della Russia all'interno dei confini riconosciuti a livello internazionale». Per il deputato, «Biden ha deciso di porre fine al suo mandato presidenziale e di passare alla storia come "Bloody Joe"» ha dichiarato alla Pravda.
Il senatore Vladimir Dzhabarov: «Un passo senza precedenti verso la Terza Guerra Mondiale» - Lo spettro di una guerra senza ritorno e dalle conseguenze nefaste tra la Russia e l'Occidente è agitato dal senatore Vladimir Dzhabarov, che non esita a definire il via libera americano «un passo senza precedenti verso la Terza Guerra Mondiale».
«Spero che tutti coloro che dovrebbero essere pronti lo siano già» - L'analista politico Alexander Pylaev si sofferma invece sulle «persone dietro la rovina di Biden» che «sono interessate a intensificare il conflitto prima che Trump cerchi di ridurlo come progetto economico fallito. Per noi la domanda principale è: ma è una sorpresa per noi? Spero che tutti coloro che dovrebbero essere pronti lo siano già».
Rossiyskaya Gazeta: «Una delle decisioni più provocatorie e non calcolate» - Il clima che si respira lo fa capire anche il sito web del quotidiano governativo Rossiyskaya Gazeta, secondo cui il presidente Biden avrebbe preso «una delle decisioni più provocatorie e non calcolate della sua amministrazione, che rischia di avere conseguenze catastrofiche», mentre di «escalation prevedibile» parla il tabloid pro-Cremlino Komsomolskaya Pravda.
«Avremo il diritto di attaccare l'ufficio di Zelensky e distruggere le imprese straniere che producono missili da crociera - Chi ipotizza già invece i possibili obiettivi sensibili in risposta agli attacchi con gli Atacms è l'osservatore militare di Gazeta.Ru, il colonnello Mikhail Khodarenok. Per l'ufficiale, «l'esercito russo avrà il diritto di attaccare l'ufficio di Vladimir Zelenskyj, l'edificio della Verkhovna Rada, nonché le sedi del Ministero della Difesa dell'Ucraina» ha dichiarato al giornale Izvestia. E non ha escluso che «vengano distrutte le imprese straniere che producono missili da crociera».