Accuse reciproche di violazione degli accordi. E il fuoco tra le parti coinvolte nel conflitto sembra riprendere
TEL AVIV/BEIRUT - Si accusano a vicenda Hezbollah e l'Idf di violare gli accordi che hanno sancito la tregua. Prima le forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato di aver effettuato diversi attacchi in Libano nei giorni scorsi, in seguito ad azioni di Hezbollah «che hanno rappresentato una minaccia per lo Stato di Israele e violato gli accordi tra Israele e Libano».
Poi Hezbollah dichiara di avere lanciato stasera (2 dicembre) un attacco contro una postazione dell'esercito israeliano nella zona del Monte Dov in seguito a quelle che sostiene risultano essere «ripetute violazioni del cessate il fuoco da parte di Israele».
L'organizzazione filo-iraniana ha affermato che il suo attacco contro il Monte Dov è «un primo avvertimento» in risposta agli attacchi delle Idf in Libano durante il cessate il fuoco e alla «continua violazione dello spazio aereo libanese da parte di aerei israeliani». Episodi che fanno traballare il cessate il fuoco siglato soltanto pochi giorni fa.
L'esercito israeliano, confermando le azioni militari, afferma di aver colpito diversi veicoli presso uno stabilimento di produzione di missili nella valle della Beqaa e altri veicoli in diversi siti sul confine tra Libano e Siria, nel distretto di Hermel, utilizzati dai miliziani filoiraniani per il trasporto di armi.
L'esercito libanese ha risposto dal canto suo che uno degli attacchi ha preso di mira un bulldozer militare mentre stava eseguendo lavori di fortificazione all'interno della base militare di Al-Abbara, vicino al confine tra Libano e Siria, ferendo un soldato.
L'Idf ha detto che l'incidente è sotto inchiesta. L'esercito israeliano ha fatto sapere anche che oggi sono stati attaccati diversi miliziani di Hezbollah nel Libano meridionale.
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