Cerca e trova immobili

VATICANODal presepe in Vaticano spariscono kefiah e bambinello

11.12.24 - 17:52
Era diventato un caso politico per le proteste da parte ebraica
AFP
Fonte Ats Ans
Dal presepe in Vaticano spariscono kefiah e bambinello
Era diventato un caso politico per le proteste da parte ebraica

CITTÀ DEL VATICANO - Diventa un caso il presepe palestinese frutto del lavoro degli artigiani locali e donato a papa Francesco dalla città di Betlemme. Questa mattina, all'udienza generale, dal presepe collocato nell'aula Paolo VI erano spariti il bambinello e la culla rivestita da un drappo evocativo della kefiah, simboli che nei giorni scorsi avevano suscitato polemiche, in particolare da parte del mondo ebraico.

L'indice era stato puntato proprio sulla kefiah, simbolo «politico» e non «religioso» e sulla stessa «palestinizzazione di Gesù», che non sarebbe conforme, a detta di alcuni esponenti del mondo ebraico, con la autentica tradizione religiosa cristiana.

La 'rimozione' non è passata inosservata, tanto più che la foto del Papa che ha sostato brevemente davanti al presepe visibilmente spogliato del suo elemento centrale, è stata pubblicata questa mattina dagli stessi media vaticani, anche sul profilo Instagram di Francesco.

La sala stampa vaticana nel giro di poche ore, ha giustificato la circostanza spiegando che il Bambinello «sarà collocato nel presepe nella notte tra il 24 e il 25 dicembre come da tradizione». Inoltre, per quanto riguarda la kefiah, ha riferito che «risulta che l'elemento era stato aggiunto all'ultimo momento dall'artista».

Il presepe è comparso nell'aula Paolo VI sabato scorso, quando papa Francesco vi si è recato per un saluto collettivo alle delegazioni che hanno donato presepi quest'anno, tra cui quella palestinese formata dal ministro Ramzi Khoury e da Issa Kassisieh, ambasciatore palestinese presso la Santa Sede. Era presente anche padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra santa, che successivamente ha celebrato una messa di ringraziamento presso le grotte dei Papi.

Il Papa aveva parlato lì della «martoriata Palestina» affermando che i presepi «sono diversi tra loro, ma tutti recano lo stesso messaggio di pace e di amore che ci ha lasciato Gesù». Infine, dopo aver invocato ancora una volta la fine delle guerre e delle violenze, si era fermato qualche momento in raccoglimento silenzioso di fronte alla natività. Lo scatto di questa preghiera, una volta che ha preso a circolare, ha innescato però una serie di polemiche.

«Sconcerto e inquietudine» per la scelta di papa Francesco «di omaggiare in Vaticano un presepe proveniente da Betlemme in cui il bambin Gesù riposa in un drappo evocativo della kefiah palestinese», l'aveva espresso Moked, il portale dell'ebraismo italiano.

I membri dell'American Jewish Committee, in un post su X rilanciato anche dall'ambasciata di Israele presso la Santa Sede, si sono inoltre detti «delusi e turbati dal fatto che una tradizione religiosa significativa sia stata politicizzata in questo modo». Il Vaticano rimanda quindi al 24 dicembre quando in realtà il Papa sarà impegnato nella messa di Natale e nell'apertura della Porta Santa in basilica. Intanto, nella mostra Cento presepi in Vaticano presso il colonnato di piazza San Pietro, tutte le natività presentano il bambinello già collocato nella mangiatoia.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE