Ottavia Piana è stata operata per stabilizzare le fratture più gravi. «Le condizioni generali sono buone»
BERGAMO - «Ora sto bene e sono fuori pericolo. Ho solo bisogno di recuperare e di riposo. Grazie a tutti»: sono le parole con cui Ottavia Piana, la speleologa bresciana di 32 anni rimasta bloccata e ferita per più di tre giorni nella grotta 'Abisso Bueno Fonteno' che stava esplorando in provincia di Bergamo, e che è stata salvata nella notte tra martedì e ieri, ha voluto ringraziare chi l'ha salvata.
Parole affidate alla struttura sanitaria dove è stata operata per stabilizzare le fratture più gravi che ha riportato nella caduta da circa 6 metri nell'anfratto, avvenuta sabato pomeriggio.
L'intervento è stato eseguito all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove la speleologa è stata trasportata in elicottero dopo l'uscita dalla grotta, con un volo nel cuore della notte. «Le condizioni generali sono buone - ha spiegato il direttore del 118 di Bergamo, Oliviero Valoti -, anche se le è stata riscontrata una leggera ipotermia. Questo evidentemente perché, nonostante tutte le precauzioni adottate nel corso dei lunghi soccorsi, le temperature all'interno della grotta erano comunque piuttosto rigide».
La paziente rimane in prognosi riservata, ricoverata in terapia intensiva e in buone condizioni, sveglia e lucida. Tanto da aver voluto diffondere, tramite la struttura ospedaliera, un messaggio di ringraziamento a tutti coloro che si sono impegnati per lei: «Ringrazio tutti i soccorritori. Grazie al personale sanitario che mi sta curando».
La trentaduenne è stata salvata da più di 150 soccorritori che si sono alternati per estrarla dalla grotta in 80 ore di lavoro, lungo un percorso di circa 4 chilometri. In campo il personale del Soccorso alpino giunto da tutta Italia, ciascuno con le proprie caratteristiche operative, e i vigili del fuoco affiancati dai volontari della protezione civile, dai carabinieri e dalle altre forze dell'ordine, sotto il coordinamento della Prefettura di Bergamo.
Il recupero della trentaduenne - che già nel luglio del 2023 era stata protagonista, suo malgrado, di un'identica situazione, venendo tratta in salvo dopo 48 ore - è stato un grande lavoro di squadra. «Il nostro scopo è fare il nostro mestiere con risultato: la risposta dal Soccorso alpino è quella che ci aspettavamo. Il nostro Soccorso alpino è tra i più efficaci a livello europeo e anche questo l'ha dimostrato», ha spiegato Corrado Camerini, delegato lombardo del Soccorso alpino.
Al Papa Giovanni XXIII la trentaduenne bresciana è stata raggiunta dai genitori, dal fratello e dal fidanzato, che aveva potuto salutare già appena uscita dalla grotta, alle 3,10 della notte tra martedì e ieri, dopo tre giorni e tre notti nella cavità di Bueno Fonteno dove - ha giurato ai soccorritori - non metterà più piede.