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La ministra col «tacco a spillo»: «Sì, ho una collezione di borse»

L'autodifesa di Daniele Santanché, ieri in Aula alla Camera, è stata una provocazione: «Sono quella del Twiga e del Billionaire»
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La ministra col «tacco a spillo»: «Sì, ho una collezione di borse»
L'autodifesa di Daniele Santanché, ieri in Aula alla Camera, è stata una provocazione: «Sono quella del Twiga e del Billionaire»

ROMA - È stato uno show, una provocazione, un "politically incorrect". Il riferimento è a quanto pronunciato ieri in Parlamento dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè. La rappresentante dell'esecutivo di Giorgia Melonisi si è infatti autodifesa con piglio battagliero («non scappo dai processi») nel contesto della votazione sulla mozione di sfiducia, chiesta per lei dalle opposizioni dopo i procedimenti giudiziari che la vedono protagonista.

«Porto i tacchi da 12 centimetri» - Ed è così che la manager e politica italiana, rinviata a giudizio per falso in bilancio e accusata di truffa ai danni dell’Inps, si è rivolta ai colleghi, rivendicando con orgoglio ciò di cui è invece spesso tacciata: «Sono una donna libera, porto i tacchi da 12 centimetri, ci tengo al mio fisico e amo vestirmi bene». Lo schiaffo all'ipocrisia è sonoro e genera sospiri e mugugni da chi, in Aula alla Camera, non apprezza la sottile ironia.

«Sono quella del Twiga e del Billionaire» - «Ma non solo - aggiunge l'amica di Briatore -, io sono anche quella del Twiga e del Billionaire che voi tanto criticate, aziende che danno posti di lavoro. Sono la stessa persona che molte volte anche qualcuno di voi ha chiamato. E mi fermo qua, perché anche se voi non lo pensate io sono una signora».

Il mormorio cresce ma non copre l'affondo successivo: «Non riuscirete mai a farmi diventare come voi o pensare come voi, avrò sempre il mio tacco a spillo, il sorriso sulle mie labbra.».

La mozione di sfiducia alla Santanché, per la cronaca, è stata poi respinta con 206 no, 134 voti a favore e 1 astenuto. In precedenza una "mai doma" ministra aveva rivendicato la bontà del proprio lavoro: «Ho portato a casa un risultato: portare al centro del dibattito politico il turismo, settore di cui per molti anni si è parlato pochissimo».

«Sì, ho una collezione di borse» - Quanto invece alle accuse giudiziarie dal retrogusto politico, l'imprenditrice ha chiarito: «Non ho nulla da temere, nelle mie borse non c'è paura. Lo denuncio qua in parlamento: sì ho una collezione di borse, ma mio padre che era ottavo figlio di contadini mi ha insegnato una cosa, che si ruba solo quello che si nasconde. E io non ho nulla da nascondere».

Infine la stoccata verso gli scranni "nemici", sempre più incandescenti: «Sono la prima a capire che per voi io sono l'emblema di tutto ciò che detestate, lo rappresento plasticamente. Voi non volete combattere la povertà, ma la ricchezza. È questo il vostro tema».

Quanto poi alle possibili dimissioni in vista di «un'altra udienza preliminare», Santanchè ha precisato di volerci riflettere: «Ma vi dico una cosa, lo farò da sola, lo farò solo con me stessa (..) sarò guidata solo dal rispetto per il mio presidente del Consiglio». Fedele a Giorgia Meloni e provocatoria, fino alla fine.

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