Nel frattempo sono state identificate le prime vittime della strage
WELLINGTON - Pochi minuti dopo il suo ingresso oggi in tribunale Brenton Tarrant, il 28enne australiano accusato dell'attacco nelle due moschee di Christchurch, ha fatto 'ok' con la mano, un gesto utilizzato dai suprematisti bianchi e dai troll razzisti su internet. Lo indica il New Zealand Herald pubblicando una foto.
Intanto dopo le dichiarazioni della premier neozelandese Jacinda Ardern sull'intenzione di rivedere la legislazione sulle armi, il procuratore generale David Parker ha chiarito che «non è stata presa ancora nessuna decisione in merito al bando delle armi semi-automatiche».
Identificate due vittime - Sono state identificate due delle 49 vittime dell'attentato a due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda. Si tratta di Haji Daoud Nabi, un afghano emigrato nel Paese con i suoi due figli nel 1977, e Khaled Mustafa, un rifugiato siriano che invece era arrivato con la famiglia solo qualche mese fa.
Il nome di Haji è stato rivelato ai media da uno dei figli, Yama Nabi, che avrebbe dovuto partecipare alla preghiera del Venerdì con il padre ma è arrivato dieci minuti dopo di lui e ha trovato la moschea sotto attacco.
Intanto le autorità sanitarie di Christchurch hanno fatto sapere che sette feriti sono stati dimessi dall'ospedale, altri 39 stanno ricevendo le cure necessarie per ferite da arme da fuoco e 11 sono ancora in terapia intensiva.
Pista balcanica - Si parla di "pista balcanica" nell'attacco terroristico di ieri compiuto dal giovane Brenton Tarrant. Per questo, il premier bulgaro, Boyko Borissov, ha convocato ieri sera d'urgenza i dirigenti dei servizi speciali e della Procura della Repubblica.
«L'attentatore Brenton Tarrant ha visitato come turista siti storici legati al passato dei paesi dei Balcani e in particolare alle battaglie tra cristiani e ottomani», ha dichiarato il procuratore generale bulgaro Sotir Tsatsarov in una conferenza stampa dopo l'incontro.
Tsatsarov ha rilevato che Tarrant aveva visitato la regione dei Balcani per la prima volta nel 2016. «Dal 28 al 30 dicembre 2016 aveva effettuato un viaggio in Serbia attraversando il Montenegro, la Bosnia ed Erzegovina e la Croazia», ha precisato il procuratore generale bulgaro.
A suo dire, «il soggiorno di Tarrant in territorio bulgaro risale al periodo dal 9 al 15 novembre 2018. Era arrivato all'aeroporto di Sofia con un volo da Dubai», ha detto Sotir Tsatsarov. Il procuratore generale ha spiegato che il 10 novembre Tarrant aveva noleggiato un'automobile per visitare le città di Drianovo, Pleven, Veliko Tarnovo, Blagoevgrad, Plovdiv, Assenovgrad, Bachkovo, Kazanlak e Bansko, tutte collegate alla lotta, nella seconda metà del 19/mo secolo, per la liberazione della Bulgaria dalla dominazione ottomana.
Tsatsarov ha aggiunto che «il 15 novembre, con un volo della compagnia di bandiera romena, Tarrant era partito per Bucarest». «Nella capitale romena aveva noleggiato un'auto per proseguire verso l'Ungheria», ha concluso Tsatsarov.
A lungo anche in Turchia - Brenton Tarrant aveva trascorso «un lungo periodo di tempo» in Turchia. Lo riferisce una fonte ufficiale turca alla Cnn.
Ankara «sta investigando su movimenti e contatti del sospetto nel nostro Paese», ha sottolineato il funzionario precisando di credere che il killer sia stato anche in altri paesi dell'Europa, dell'Asia e dell'Africa.
Nel delirante manifesto razzista pubblicato su internet prima della strage, Tarrant augurava la morte al presidente turco Recep Tayyip Erdogan il quale ieri su Twitter ha condannato l'attacco definendolo «l'ultimo esempio di razzismo e islamofobia».