L'Eco di Bergamo ha superato le dieci pagine dedicate agli annunci delle persone morte
Il coronavirus e la sospensione dei funerali ha fatto cambiare la tipologia degli annunci
MILANO - Da dieci a dodici pagine sull'Eco di Bergamo, tre sulla Provincia di Cremona: sempre più necrologi dei quotidiani locali assomigliano a un bollettino di guerra per effetto del coronavirus.
E anche le pagine dei giornali raccontano delle persone più conosciute che sono morte: dall'archistar Vittorio Gregotti, deceduto ieri a Milano a 92 anni, a don Silvano Sirtoli, vicario parrocchiale nella Bergamasca morto a 59 anni.
E ancora l'ex assessore bergamasco e medico Carlo Zavaritt e Raffaele Giura, ex primario di Pneumologia del Sant'Anna di Como, a Luciano Mercalli, patron della Cerim di Vigevano (Pavia), azienda leader nella produzione di macchinari per calzature.
A cambiare, oltre al numero dei necrologi è anche il testo degli annunci con avvisi del tipo: «Si comunica che il funerale, per motivi sanitari, non si potrà celebrare», oppure «una messa in suffragio verrà celebrata in data da destinarsi» o anche «per disposizione del ministero la cara salma verrà tumulata nel cimitero... e potranno presenziare solo i parenti più stretti».