La piattaforma di messaggistica è accusata di vari reati legati alla violazione del copyright
ROMA - Ogni giorno due milioni di italiani leggono, attraverso Telegram, giornali nazionali, quotidiani, riviste, e persino Topolino. Il tutto senza spendere un centesimo. Una situazione che danneggia le imprese editoriali per 250 milioni di euro all'anno.
Ma oggi qualcosa sta cambiando: grazie ad un'inchiesta partita da Repubblica lo scorso aprile, la procura di Bari sta provvedendo in queste ore a chiudere 19 canali Telegram, che ogni giorno mettevano gratuitamente a disposizione i pdf di giornali, riviste e libri. La piattaforma di messaggistica è accusata di una serie di reati legati alla violazione del copyright, e persino di riciclaggio: la procura barese, come riporta Repubblica, contesta a Telegram di non aver collaborato nella lotta all'identificazione e al blocco dei canali pirata. Al contrario, si sarebbe sempre adoperata per nascondere le tracce all'origine dell'illecito.
Se Telegram non dovesse collaborare, verrà chiesto ai provider italiani di bloccare l'accesso ai canali in questione, o addirittura all'intero server di messaggistica. Ciò significherebbe che in Italia non sarebbe più possibile usufruire della piattaforma di messaggistica.
Tuttavia la lotta ai "pirati di carta" non è ancora finita. Lo stesso sistema di condivisione di riviste e quotidiani italiani viene utilizzato anche tramite WhatsApp, e il numero degli "abbonati" è salito vertiginosamente durante questo periodo di quarantena forzata.