Lo Stato di Victoria è la regione più colpita. Il premier spiega i possibili motivi
MELBOURNE - L'incubo coronavirus torna a far nuovamente paura in Australia. Dopo un primo momento di ottimismo in seguito alle misure intraprese per contrastare l'epidemia, alcune località hanno fatto registrare nuovamente un'impennata di casi.
Le autorità hanno così deciso di mettere 300'000 persone nuovamente in lockdown a Melbourne a partire dal primo luglio e per almeno un mese. I residenti possono uscire solamente per fare la spesa, per motivi legati alla salute o per recarsi al lavoro qualora non fosse possibile farlo da casa.
Lo Stato di Victoria, il più colpito dall'aumento d'infezioni, continua a far registrare una settantina di nuovi casi al giorno. Casi che si concentrano soprattutto nei quartieri popolari costituiti da grandi palazzoni. Ed è proprio qui che è intervenuto il premier dello Stato di Victoria Daniel Andrews, decidendo di mettere in totale lockdown ben nove palazzi, promettendo sostegno ai circa 3'000 residenti. «Per gli abitanti colpiti ho un messaggio: non si tratta di una punizione, ma di protezione».
Ma perché proprio a Melbourne si è verificato l'aumento maggiore di casi di coronavirus? Stando ad Andrews, l'origine di molte infezioni proverrebbe dai lavoratori che supervisionavano le quarantene all'interno degli hotel, e che hanno infranto a loro volta le regole. Ma esistono anche altri fattori che hanno contribuito all'aumento dei casi, come la scarsa comunicazione tra i servizi sanitari e le comunità d'immigrati nei quartieri popolari.
Stando ai dati pubblicati dalla Johns Hopkins University, in totale in Australia sono stati registrati 8'449 casi e 104 morti.