L'inchiesta era partita un anno fa. Attualmente sono 25 le persone indagate
SIENA - Sono riusciti ad accedere pagando in criptovalute a siti nascosti nel deep web e qui assistevano a violenze sessuali e torture praticate in diretta da adulti su minori, interagendo con i protagonisti delle stesse violenze e richiedendo sevizie sui corpi dei bambini.
È quanto accertato dai carabinieri di Siena. In una chat alcuni giovanissimi di tutta Italia diffondevano materiale pedopornografico e razzista. I militari sono riusciti a risalire a due 17enni, un ragazzo e una ragazza ex compagni di scuola residenti in Piemonte e denunciati per pedopornografia e istigazione a delinquere.
Erano terribili, e arrivavano fino alle amputazioni - secondo quanto ricostruito dai carabinieri - le sevizie sui bambini chieste dagli spettatori di video live ai quali si poteva assistere e interagire accedendo a pagamento in siti Internet criptati. Secondo le indagini che hanno portato alla denuncia dei due 17enni piemontesi che avrebbero partecipato via web alle violenze, i luoghi segreti online, definiti 'red rooms', sarebbero in realtà «verosimilmente nel Sud Est asiatico», riferiscono gli investigatori.
Le indagini, coordinate dal procuratore minorile di Firenze Antonio Sangermano, hanno portato oggi a effettuare perquisizioni in cui sono stati sequestrati agli indagati cellulari, computer, tablet, chiavette usb e memorie esterne.
L'inchiesta era partita un anno fa, quando una mamma aveva trovato sul cellulare del figlio immagini e video che inneggiavano all'Isis e al nazismo, che contenevano anche scene di violenza sessuale.
Attualmente sono indagati 25 minorenni, sparsi in tutta Italia.