Alla sperimentazione prenderanno parte in tutto 90 persone. Ma i volontari che si sono annunciati sono migliaia
ROMA - Lunedì all'ospedale Spallanzani di Roma, alla presenza del governatore del Lazio Nicola Zingaretti, inizierà ufficialmente la sperimentazione sull'uomo del vaccino contro il coronavirus sviluppato completamente in Italia.
All'appello per la ricerca di volontari hanno risposto migliaia di persone (solo la scorsa settimana si era a quota 5'000) ma solo 90 saranno, alla fine, i protagonisti del test.
Dei primi cinque già si conosce l'identikit: si tratta di uomini di età compresa tra i 31 e i 46 anni, alcuni di loro professionisti. Hanno superato le visite preliminari, e saranno loro a rompere il ghiaccio: verrà iniettato loro il vaccino e se non si osserveranno effetti avversi significativi si passerà al gruppo di volontari successivo, che riceverà una dose più alta. La seconda tornata dovrebbe avvenire tra il 7 e il 9 settembre.
I volontari sono in ogni caso suddivisi in due grandi gruppi, per età: il primo comprende persone tra i 18 e i 55 anni, il secondo dai 65 agli 85. Molti volontari sono medici, un dettaglio che ha suscitato nelle autorità sanitarie sentimenti di grande approvazione.
Il vaccino per il Covid-19 che sarà sperimentato - realizzato, prodotto e brevettato dalla ReiThera di Castel Romano - è nato grazie a un protocollo d'intesa che lo scorso marzo è stato firmato da Zingaretti e dai ministri della salute e dell'università Roberto Speranza e Gaetano Manfredi insieme con il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e con lo stesso Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani. L'investimento è stato di 8 milioni di euro, di cui 3 dal ministero della ricerca scientifica e 5 di tasca della Regione Lazio.