A scatenare i disordini sono stati un centinaio di provocatori
SOFIA - Disordini e scontri tra manifestanti e polizia sono avvenuti nella notte nella piazza davanti alla nuova sede del parlamento bulgaro nel centro di Sofia.
Il bilancio è di 126 arresti e 80 agenti feriti, secondo un resoconto ufficiale della polizia.
Un centinaio di manifestanti, definiti come provocatori dagli stessi organizzatori della protesta, hanno cominciato in tarda serata a lanciare petardi, sassi e altri oggetti pesanti contro il cordone della gendarmeria a guardia dell'ingresso principale del Parlamento.
In risposta, le forze dell'ordine hanno cercato di dividere la folla dei manifestanti in tre tronconi e spingerli con la forza nelle vie circostanti sgomberando la piazza. Successivamente la polizia ha smantellato le tendopoli e le barricate che da diversi giorni bloccavano importanti incroci stradali a Sofia: quello di Orlov most (Ponte delle Aquile), l'incrocio davanti all'Università di Sofia e quello vicino all'edificio del Consiglio dei ministri.
L'escalation della tensione a Sofia era iniziata ieri mattina quando migliaia di manifestanti hanno provato a bloccare l'ingresso al Parlamento, tornato a riunirsi dopo le vacanze estive. I deputati sono entrati nella nuova sede del parlamento - l'edificio dell'ex Comitato centrale del Partito comunista bulgaro all'epoca del totalitarismo - dagli ingressi laterali protetti da polizia e gendarmeria.
Nella capitale bulgara e in altre grandi città del Paese da quasi due mesi si susseguono proteste di piazza contro il premier conservatore Boyko Borissov e il procuratore generale Ivan Ghescev. I manifestanti chiedono le immediate dimissioni dei due, accusati di corruzione e arbitrio, e di fare gli interessi degli oligarchi e della mafia, e non dei cittadini.