L'ex agente di polizia ha pagato un milioni di dollari di cauzione
WASHINGTON - Un milione di dollari. A tanto ammonta la cauzione versata per la scarcerazione di Derek Chauvin, l'agente della polizia accusato della morte di George Floyd, il 46enne afroamericano ucciso nel maggio scorso a Minneapolis dopo essere stato fermato dalla polizia.
Un episodio che ha scatenato un'ondata di proteste antirazziste in tutta l'America che dura tuttora e che ha portato come non mai alla ribalta il movimento Black Lives Matter. Il timore ora, a meno di un mese dalle elezioni, è quello di nuovi disordini e violenze, dopo quanto accaduto in città come New York, Washington, Seattle, Portland, con le manifestazioni presto trasformatesi in proteste anti-Trump.
Chauvin, insieme a tre altri poliziotti, bloccò per un controllo Big Floyd, come lo chiamavano familiari ed amici per la sua stazza. Ma la situazione presto degenerò: le immagini shock riprese dai passanti e dalle body cam indossate dagli agenti mostrano come l'agente buttò pancia a terra l'uomo disarmato tenendogli il collo premuto con il proprio ginocchio.
Vane le preghiere con cui Floyd implorò di mollare la presa. «Mi stanno uccidendo, mi stanno uccidendo....», si sente dire con voce ormai fioca e con le forze che lo stanno per abbandonare. Ma l'agente Derek Chauvin continua a tenergli premuto il ginocchio sul collo, mentre l'uomo per almeno 20 volte afferma 'I can't breathe', non posso respirare.
«Smettila di parlare, basta strillare, serve un sacco di ossigeno per parlare...», le parole dell'agente. Qualche secondo dopo il cuore di George smette di battere. Secondo le perizie del medico legale la morte è sopravvenuta per asfissia.
Ora Chauvin, con un passato di violazioni delle procedure e di poliziotto violento, dovrà rispondere di omicidio volontario davanti a una corte. Ma grazie ai soldi versati (un milione di dollari contro 1,25 milioni inizialmente richiesti) potrà attendere il processo in libertà. Inevitabile l'indignazione dei familiari della vittima.
Intanto a Kenosha, in Wisconsin, Jacob Blake, l'altro afroamericano di 29 anni vittima in agosto di un clamoroso caso di violenza da parte degli agenti, è uscito dall'ospedale. Un poliziotto gli sparò alla spalle per ben sette volte. Rimasto paralizzato alle gambe, Blake sta ora compiendo un difficilissimo percorso di riabilitazione.